AmbienteCronaca

Industrie. Ancora puzza e gas nell’aria, tra connubi e silenzi istituzionali

Ancora miasmi e puzza proveniente dalla vicina zona industriale. Ad essere colpiti e danneggiati fortemente con cadenza giornaliera, specie dalla sera al mattino, sono gli abitanti della zona alta del capoluogo e della Mazzarona, ma anche di Priolo, Augusta e Melilli, Città Giardino, Belvedere, Solarino e Floridia, rispettivamente quando si trovano nella direzionale dei venti che spirano in questo periodo per effetto dell’inversione termica. I venti durante il giorno spirano, specie d’estate, da mare verso terra, quindi i miasmi vanno verso ovest (a ventaglio) per colpire Città Giardino, Belvedere, Floridia, Solarino, Melilli, Priolo, e quando cambia la stagione e la circolare dei venti assume altre direzioni, sempre nella posizione sottomessa rispetto a quella della raffineria di Marina di Melilli, degli impianti di Priolo Grargallo e della raffineria di Augusta; ma la notte il ciclo s’inverte e la brezza notturna spinge i fumi velenosi verso sud est per colpire così, specie in questo periodo, la zona nord del capoluogo e Augusta.

I cittadini dell’intero circondario industriale, hanno segnalato che dalle prime ore della notte un fastidioso e odioso odore acre di uova marce colpisce l’intero territorio fino a Floridia e Solarino. Quando poi passa per tutta la dorsale che da Scala Greca arriva fino al viale Zecchino e dintorni, in base alla pressione atmosferica, per arrivare alla Mazzarrona. I cittadini sono stanchi e dicono: “Chiediamo la Sindaco, al Prefetto e ai deputati d’intervenire – ripetono incazzati e con gli occhi lucenti dalla rabbia gli abitanti della Mazzarrona – ci avvelenano e non sappiamo perché; nessuno si accorge di un fatto tanto grave. Non ci possiamo affacciare dai balconi e dalle finestre perché è impossibile resistere a quella puzza fastidiosa e nauseabonda. Abbiamo bambini piccoli, qui ci sono tanti anziani, siamo gente povera non abbiamo i soldi per mangiare ma dobbiamo curarci”.
Di contro non si rileva nessuna protesta da parte degli addetti ai lavori; il Sindaco nella sua funzione istituzionale è il responsabile della salute pubblica, e si tratta, per chi non l’avesse capito, di gas che creano disagio sanitario, specie per anziani e bambini; la situazione si aggrava di molto per i bambini autistici, che reagiscono più velocemente all’olfatto disturbato dai miasmi e i bruciori al naso, come ci spiega una madre che si ritiene sfortunata due volte: “Non appena il mio bambino, che soffre dalla nascita di problemi legati alle tematiche dell’autismo “automatico”, viene a contatto con l’odore acre che proviene dalla zona industriale, si agita in maniera violenta e crea una situazione di allarme sia a me sia a chi si trova nell’ambiente circostante. Di solito si manifesta in zone all’aperto, quindi sono costretta a rientrare in un luogo chiuso per calmarlo. Ho scoperto da sola questo effetto negativo sul mio ragazzo, perché i medici non avevano capito il motivo di tale reazione improvvisa. Che Dio c’è la mandi buona – esclama – e con le mani giunte s’incammina in silenzio”.
È possibile oggi accettare una cosa del genere? È vero che questa è un’epoca che nega l’esistenza della verità incontrovertibile, ma nel frattempo riflette il carattere fortemente tecnologico dell’esistenza umana; e non si riesce, o forse non si vuole, a metter un freno a quest’avvelenamento continuo che arriva dagli scarichi dei fumi delle industrie della chimica e della raffinazione, ma anche dai gas di scarico delle auto e dai riscaldamenti, giusto per la verità, ma i due settori non sono in equilibrio. A vincere sono sempre i miasmi delle industrie. Quei gas sono pericolosi per la salute degli esseri umani; più pesanti dell’aria e si possono accumulare in spazi chiusi, in particolare a livello del suolo o sotto terra, e sono altamente letali per la vita; l’esposizione può danneggiare il sistema nervoso centrale, il metabolismo e l’apparato gastrointestinale; così come a basse concentrazioni può causare altre patologie gravissime. Sospettati di essere responsabili dell’edema polmonare in tutti i casi in cui si muore per questa patologia, specie in persone che non hanno mai fumato. Fumi che non devono mai essere liberati in atmosfera o in luoghi dove l’accumulo può risultare pericoloso, e dovrebbero essere smaltiti in opportuna torcia con il dispositivo anti-ritorno di fiamma. La desolforazione nel petrolio, per lo zolfo presente nel petrolio grezzo, nelle frazioni di prima distillazione e in quelle ottenute nei processi termici o termocatalitici (sia come zolfo elementare sia come idrogeno solforato, che come mercaptani, solfuri a catena aperta, disolfuri, solfuri ciclici saturi, tiofeni), sarebbe fonte, ove non fosse eliminato, di vari inconvenienti sia nel corso della lavorazione sia nello stoccaggio e nell’impiego dei prodotti petroliferi. Abbandonati ben presto i processi di desolforazione puramente chimici (a base di lavaggi con soda e simili), semplici ma costosi, si affermarono i processi catalitici, i quali tutti conducono all’eliminazione dello zolfo come idrogeno solforato. Si è imposto il processo dell’idro-desolforazione, correntemente adoperato per la raffinazione delle benzine di prima distillazione, dei distillati medi di topping e di cracking e per il trattamento preliminare delle cariche di reforming catalitico; infine, per desolforare le benzine di cracking catalitico, di coking e altro. L’impiego dell’idro-desolforazione è previsto anche per gli oli lubrificanti e per i residui e i grezzi pesanti, al fine di ottenere maggiori quantità di gasoli.
Per i combustibili fossili, nei quali la presenza di zolfo comporta problematiche di tipo ambientale (per esempio, come nel nostro caso, piogge acide, puzza e miasmi con effetti negativi per la vita in generale) e di tipo tecnologico, corrosione di tubazioni e di apparecchiature, avvelenamento di catalizzatori usati nella raffinazione e nella combustione. Tutti elementi tossici e corrosivi. Questo tipo di sostanze industriali, riconosciute pericolose, devono essere abbattuti prima dello scarico in atmosfera. Ma cosa avviene nel buio della notte all’interno degli stabilimenti se la mattina troviamo quella terribile puzza accentuata al massimo uscendo di casa? L’inalazione diretta include tosse, insufficienza respiratoria, vertigini, nausea, perdita di conoscenza. Tutte le famiglie degli inquinanti primari sono presenti nelle emissioni industriali e intervengono negativamente e lentamente direttamente sulla salute degli esseri umani. Gli inquinanti principali individuati dalla normativa italiana e recepite dall’Europa, basate a sua volta sulle indicazioni dell’Oms, sono, tra gli altri: il monossido di carbonio, che troviamo in misura elevata nei centri urbani e causato dal traffico delle auto e delle caldaie per il riscaldamento, così come nelle zone industriali, molto elevato nelle acciaierie e nelle fabbriche dove avviene una combustione diretta; ossido di azoto, che si forma in qualsiasi processo di combustione in cui s’impegna l’aria come comburente, indipendentemente dal combustibile usato, per la reazione tra l’ossigeno e l’azoto ad alte temperature; anidride solforosa, che è uno dei più diffusi e aggressivi inquinanti atmosferici tanto da essere universalmente considerato tra le cause principali dei danni all’uomo e all’ambiente. Le principali emissioni derivano dalle centrali termoelettriche, dagli impianti di riscaldamento domestico e da alcune produzioni industriali, come raffinerie, fonderie, cementifici; l’ozono, sono un inquinante secondario, fa parte del cosiddetto “smog fotochimico” ed è utilizzato come indice globale degli ossidanti fotochimici. Si forma dalla fuoriuscita dei gas dei veicoli e l’ossigeno atmosferico, la reazione è favorita dalla radiazione ultravioletta solare, e che di conseguenza lo rende un fenomeno tipico dei mesi estivi.
Concetto Alota

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