Ambiente

Avola, documento di proposte per le Riserve Naturali siciliane 

Una giornata intera dedicata ai 35 anni di istituzione in Sicilia delle Riserve Naturali, organizzata ad Avola, grazie all’ospitalità dell’Istituto Scolastico “Majorana”, dalle Associazioni: Acquanuvena Onlus Avola, Archeoclub di Noto, CAI di Siracusa, Ente Fauna Siciliana, Legambiente, Lipu, Notoambiente, e Sciami di Noto. Ad aprire la giornata proprio il Dirigente Scolastico Fabio Navanteri: “Siamo molto contenti di festeggiare qui questi 35 anni così importanti per la presenza nella nostra Regione delle Riserve Naturali. Una scelta ricaduta sulla nostra città per la posizione strategica in cui si trova, al centro del Val di Noto, con importanti pantani e caratteristiche ambientali uniche. Nel nostro Istituto inoltre abbiamo gli indirizzi Professionali per l’Agricoltura, per l’Ambiente e la sezione Enogastronomica ed Alberghiera (i cui studenti hanno preparato il brunch per i partecipanti, n.d.r.). Settori in grande sviluppo e che devono dialogare. Auguro un buon lavoro agli organizzatori e ai relatori, e soprattutto agli studenti che seguiranno i lavori del convegno, di potersi arricchire di importanti conoscenze del proprio territorio”.
Con il Dirigente del Majorana ha aperto il Convegno a nome degli organizzatori la Presidente dell’Archeoclub di Noto, Laura Falesi: “Abbiamo fortemente voluto questo momento perché questi 35 anni ci stanno consegnando delle Riserve con tanti problemi ma anche tante progettualità. Siamo qui per cercare delle soluzioni possibili e un dialogo costante con le Istituzioni, alle quali si chiede un occhio più attento alla tutela”. Poi si è entrati nel vivo delle argomentazioni grazie alle relazioni di esperti importanti del settore, ad iniziare con il professore Alfredo Petralia, già docente di Zoologia applicata all’Università di Catania. Tema trattato: Analisi e prospettive di uno sviluppo ecosostenibile del territorio. “Questo momento celebrativo si tiene in una fase delicata e particolare perché si è in pieno dibattito sulla nuova legge. E per poter inserirsi nella discussione serve fare un primo bilancio di questi 35 anni dove sono innegabili i passi importanti realizzati ma altrettante le questioni ancora aperte, penso in primis al Parco degli Iblei, primo ad essere ipotizzato ed uno dei pochi a non essere ancora istituito; che racchiude non solo grandi valori naturalistici ma anche culturali. Altro esempio di contraddizioni sono le vicende che riguardano la Riserva di Capopassero, bloccata da un ricorso.
Dunque Positivo plauso per i passi avanti ma estrema vigilanza sui passi indietro. Tornando alla legge in questo momento in discussione alla Camera , il Wwf denuncia le scarse risorse previste e la Lipu mette in guardia sull’apertura alla caccia all’interno delle aree protette. Inoltre è inconcepibile che sia assente la comunità scientifica nella gestione dei parchi”. Una grandissima incongruenza non prevedere per la scelta di chi deve dirigere Parchi, Riserve ed Aree protette evidenti e comprovate esperienze nel settore. Un tema questo che si spera possa essere dibattuto per adeguarsi alle vere esigenze di questi territori da proteggere, tutelare e promuovere. Altra questione sollevata dal professore Petralia, infatti, è stata quella dello sbigliettamento: “Se si vuol prevedere un biglietto d’accesso vanno garantite tre cose: guide, centri visitatori e servizi igienici”. Infine ha ribadito l’importantissimo ruolo delle Associazioni, perché sono volontaristiche e mosse da un unico scopo ma le ha invitate a dialogare di più e a creare un coordinamento specifico per il raggiungimento di obiettivi comuni. Con il Docente di “Aree protette” all’Università di Catania, Giorgio Sabella, si è poi parlato de “I Piani di utilizzo delle “zone B” delle Riserve Naturali della Regione Sicilia. “Sono tanti i punti fermi e validi della nostra Legge Regionale, visto anche che proprio in Sicilia sono state istituite le prime Riserve Naturali. Partendo dal valore etico della conservazione l’articolo 7 definisce la zona A e il territorio immediatamente adiacente, nella zona B sono già possibili attività umane, ma purtroppo i piani di utilizzo approvati sono pochi.
Dalla mia esperienza diretta, in questo momento sto seguendo la redazione del Piano per la Timpa di Acireale, percepisco che l’aria sta cambiando attorno al tema delle riserve, ci sono molti interessi ma tutti si fondano sulla fruizione. Ecco perché ci preoccupa, e molto, che nella nuova legge non vengano specificate le professionalità richieste per ricoprire certi ruoli apicali; un approccio meno etico e più consumistico”. I temi su cui riflettere e discutere iniziavano ad essere tanti, ed a questi si aggiungevano gli spunti forniti dalla relazione di Angelo Dimarca, Direttore della Riserva Naturale Orientata dell’Isola di Lampedusa, su “Il sistema delle Aree protette: problematiche e potenzialità”. Partendo dall’esempio pratico di Lampedusa e dell’Isola dei conigli è stato possibile comprendere che con la volontà e le buone pratiche salvaguardia e fruizione possono e devono andare di pari passo. “L’azione non può però prescindere da una chiara e netta posizione della politica, così come è impossibile pretendere canoni di sicurezza alla stregua di una strada o una piazza. Ci tocca, e non va dimenticato, fare i conti con l’emergenza del cambiamento climatico e dell’indiscriminato utilizzo del terreno, quindi il rilancio come si può percepire, deve passare attraverso tante cose. Dovremmo chiedere un piano di gestione unico”.
Le prime indicazioni per i documento finale insomma, mentre dal pubblico si alzavano due studentesse dell’Istituto Rizza di Siracusa, ospite al Majorana per il Convegno, insieme a Tanino Midolo del CAI di Siracusa. Chiedevano di intervenire per chiedere chiarimenti sull’iter di istituzione del Parco degli Iblei e spronare i presenti a farsi portavoce verso le autorità per una risoluzione di questa vicenda. Sul tema, ricorrente in più interventi, rispondeva Paolino Uccello, etnologo e guida naturalistica, che ha parlato di vera e propria negligenza da parte della Regione. Significativi i contributi degli intervenuti al convegno che hanno chiuso la mattinata; dopo la pausa pranzo, si è svolto il dibattito, moderato da Pippo Ansaldi, e diverse relazioni programmate per riportare delle esperienze dirette, e si è poi proceduto alla stesura del documento finale, manifesto di questo importantissimo convegno.
 
Emanuela Volcan

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