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Caso Siracusa, il sindaco Garozzo: “3 anni sott’assedio”

Parla a ruota libera il sindaco Giancarlo Garozzo, uscendo da quella trincea dentro al quale si è rintanato “per difendere la città e non perché ero un coniglio”. Al suo fianco gli assessori, Garozzo ha detto quanto avrebbe voluto dire nei mesi scorsi e anche davanti alla commissione regionale antimafia nel novembre 2016. “Sono stato accusato di non avere detto nulla davanti alla commissione antimafia – dice Garozzo – ma non potevo per evitare di danneggiare le indagini di magistrati seri”. Il sindaco ha riservato stoccate a quei politici che sono rimasti in silenzio: “L’elenco è lungo e vorrei chiedere a ognuno di loro dove fossero quando bisognava difendere la città dall’assalto, al contrario dell’on. Sofia Amoddio che ha presentato 3 interrogazioni parlamentari ed esposti al Ministro della Giustizia e al Csm”. Ha parlato di una situazione vergognosa  e poi ha puntato i riflettori sul caso Open Land: “Ha condizionato la vita della città. Abbiamo dovuto accantonare oltre 20 milioni di euro per il paventato risarcimento prospettato dal Cga e abbiamo dovuto rinviare l’approvazione dei bilanci perché il Comune è arrivato sull’orlo del dissesto. Abbiamo dovuto pagare 2milioni e 800 mila euro, soldi dei cittadini, che potevano servire ad asfaltare strade”.

Garozzo non fa mistero sui riscontri che aveva rispetto ad alcune inchieste “ad orologeria” contro il Comune. “Per quasi 3 anni siamo stati assediati al Vermexio e passavamo come la città più indagata d’Italia. Ci siamo difesi e non arresi e di questo ne vado fiero. Sapevamo di inchieste fatte a tavolino ma non avevamo le prove. Oggi, con l’inchiesta della Procura di Messina, abbiamo il riscontro che qualcosa non andava”.

Garozzo ha anche annunciato che il Comune si costituirà parte civile nel procedimento penale a carico delle persone coinvolte in quello che il sindaco definisce un’organizzazione agguerrita da fare scomodare anche la “P2 di gelliana memoria”.

 

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