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Fallimento Cogema, assolto il maggiore azionista

Si è chiuso con una sentenza di assoluzione il processo scaturito dal fallimento della Cogema spa, l’azienda che si occupava della commercializzazione dei prodotti per uso chimico oltre che di sviluppo e vendita di tecnologie per la lavorazione dei derivati del magnesio. Il gup del tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato, ha assolto con formula piena, l’unico imputato rimasto, Adolfo Cravetto di 64 anni, torinese, maggiore azionista della società il cui stabilimento si trova a Marina di Melilli, oggi in stato di abbandono e spesso oggetto di raid ladreschi. Sono andate deluse le aspettative del pm Tommaso Pagano, che, a conclusione della sua requisitoria al processo che si è celebrato con il rito abbreviato, aveva invocato per l’imputato la condanna a 3 anni e mezzo di reclusione per la violazione della legge fallimentare. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la curatela fallimentare della Cogema, costituita parte civile al processo con il patrocinio dell’avv. Sebastiano Ricupero.

Al vaglio del giudice per le udienze preliminari c’era la posizione di un dirigente della storica azienda, che fu dichiarata fallita con sentenza del tribunale aretuseo del dicembre 2006. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, Cravetto, insieme con altri dirigenti della Cogema, avrebbe eseguito operazioni di cessione di quote di società controllate a condizioni economiche non adeguate. Attraverso operazioni di vendita e commercializzazione di prodotti derivanti dalle attività riconducibili alla società fallita, avrebbe distratto beni, proventi e attività della Cogema a vantaggio di altre società collegate da rapporti contrattuali, procurando un danno ai creditori non consentendone il reperimento dei fondi in sede fallimentare. La difesa, sostenuta dall’avv. Paolo Pacciani, ha sostenuto, invece, l’assoluta liceità delle attività svolte dal proprio assistito, chiedendo al giudice l’assoluzione, come poi è avvenuto.

La vicenda relativa alla Cogema risale ormai a circa 15 anni fa quando la società ha deciso di chiudere l’attività e di mettere in cassa integrazione gli operai dello stabilimento di Marina di Melilli. Con sentenza del giugno 2004, il tribunale di Siracusa ha omologato il concordato preventivo con cessione dei beni proposto l’anno prima dalla Cogema. Fu nominato un commissario giudiziale e liquidatore. Tra la fine del 2004 e gennaio 2005 furono espletati due incanti per il prezzo rispettivamente di 25 e 20 milioni di euro.

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