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Fiera del Sud: 2 giudici si astengono dal processo

I giudici a latere del collegio del tribunale penale, chiamato a processare l’imprenditrice Rita Frontino e altri tre imputati, si sono astenuti dichiarando, in apertura d’udienza, la propria incompatibilità. Si tratta dei giudici Antonio Dami e Federica Piccione, i quali hanno fatto parte del tribunale del riesame che ha valutato la richiesta di dissequestro del centro commerciale Fiera del sud, finito nell’occhio del ciclone nell’inchiesta coordinata dalla Procura aretusea e portata a termine dalla guardia di finanza di Siracusa e di Palermo nelle operazioni denominate “Archia” e, appunto, “Fiera del Sud”.

Il pm Davide Lucignani ha espresso il proprio dissenso sostenendo non esservi alcuna incompatibilità dei due giudici a latere con la posizione dei quattro imputati ma è prevalsa la loro, propendendo per l’opportunità di astenersi. Alla luce della novità emersa ieri mattina in aula, il collegio, presieduto da Antonella Coniglio, dovrà mutare con la scelta di altri due giudici la cui posizione non sia incompatibile con quella dei quattro imputati che devono rispondere a vario titolo di bancarotta fraudolenta, truffa e frode fiscale. L’udienza è stata rinviata, quindi, a venerdì 26 ottobre, giusto il tempo che il presidente del tribunale, Antonio Maiorana, proceda alla nomina di altri due giudici a latere in sostituzione di quelli che si sono astenuti ieri.

L’imprenditrice Frontino ha rinunciato a essere presente in aula per assistere all’udienza, demandando tutto ai legali difensori, avvocati Mario Fiaccavento e Alberto Gullino, che hanno annunciato una serie di eccezioni preliminari una volta che il processo entrerà nel vivo. Presenti, invece, Davide Venezia, Alfredo Sapienza e Rosa Gibilisco, che sono rappresentati dagli avvocati Antonio Meduri, Tancredi Antonuccio e Maria Spurio. Mentre Frontino è tuttora detenuta nel carcere di piazza Lanza, gli altri 3 imputati si trovano in regime di arresti domiciliari, in attesa che la corte di Cassazione si pronunci sulla richiesta di annullare l’ordinanza di custodia cautelare emessa nel mese di luglio dal gip Anna Pappalardo e confermata successivamente dal tribunale del riesame di Catania.

 

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