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Fondazione Inda, approvato il nuovo statuto

E’ stato pubblicato sul sito del ministero dei Beni delle Attività culturali e del Turismo il Decreto interministeriale di approvazione dello statuto della Fondazione INDA.

“Il nuovo statuto ha dichiarato il commissario straordinario della Fondazione Inda Pier Francesco Pinelli – è stato disegnato in modo da mitigare, nel rispetto dei vincoli imposti dalla legge istitutiva della Fondazione (DL 33/2004), le vulnerabilità presenti nel precedente statuto. In particolare sono stati ben definiti compiti e ruoli del Sovrintendente e del Consigliere delegato, fermi restando il ruolo e la composizione del consiglio d’amministrazione. Le modifiche promuovono inoltre una gestione più snella, l’uso trasparente delle risorse, la semplificazione delle norme per la partecipazione di membri privati alla Fondazione e la riduzione dei costi di gestione.

Il nuovo statuto permetterà una conduzione della Fondazione più ordinata ed adeguata alle sempre maggiori complessità operative e normative che deve affrontare l’INDA che è una fondazione culturale di diritto privato sebbene a controllo pubblico, che genera oggi il 72% delle risorse dalle proprie attività (appena il 28%, caso unico in Italia, da contributi pubblici) che deve generare da proposte di eccellenza culturale applicate con modalità allo stesso tempo trasparente efficaci e competitive.

Si completa così il percorso di ristrutturazione e rilancio della Fondazione avviato con il commissariamento che ha portato in questi due anni alla crescita dell’INDA con l’incremento di tutte le attività ed in particolare dell’attività teatrale (+33% circa in due anni) del gradimento del pubblico (incremento spettatori +23% in due anni) dei riscontri della critica, dell’ampliamento e miglioramento dell’offerta culturale, della qualità dell’indirizzo e della direzione artistica, dell’incremento dei ricavi da biglietteria (+24% in due anni), del miglioramento di tutti i parametri economici patrimoniali e finanziari e dell’introduzione di nuove prassi gestionali più in linea con la moderna conduzione delle imprese culturali e più rispondenti al quadro normativo. Ritengo che la convocazione del Consiglio di amministrazione sia finalmente perseguibile in tempi brevi legati al solo espletamento delle formalità residue e sono lieto ed orgoglioso di riconsegnare alle normali modalità di governance, ed in condizioni solide e floride su cui si potranno basare ulteriori sviluppi in futuro, l’istituzione che mi è stata temporaneamente affidata dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo”.

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