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La campagna elettorale, la promessa dei posti di lavoro e la compravendita dei voti

I comuni siciliani sono sull’orlo del dissesto; la Sicilia è un ammasso di macerie e di rovine, morali, economiche, sociali e culturali. Di contro, è ripresa la caccia al voto, e non importa come e perché, l’importante è promettere posti di lavoro, accumulare e comprare voti pagati all’ultimo momento fino a cento euro ciascuno, quando sono certi e controllabili.

Si scopre poi che anche la vicenda dell’accorpamento della Camera di Commercio di Siracusa, Ragusa e Catania, è finita fin dal primo momento sotto il ricatto del voto nella prossima campagna elettorale per le regionali, dove Crocetta anche a Siracusa, a Catania e a Ragusa intreccia le file della politica del clientelismo trasversale con la tattica del gioco al rialzo; si riforma così il carattere politico generale e non locale; un bubbone tutto siciliano, carico di misteri e fantasmi, mentre le polemiche di merito lasciano esterrefatti anche i più mansueti. E per rimanere nel nostro piccolo brodo locale, si registra come la città di Archimede è ormai un sepolcro abbandonato; non si capisce, dove vuole arrivare questa classe politica dirigente che si presentava come la rivoluzione del sistema della gestione della cosa pubblica, del nuovo, ma, di fatto, siamo ritornati indietro, peggio della prima Repubblica; e non per niente la rilevazione dei vecchi boss della politica ha avuto un ruolo dominante nelle scelte per la comunità siracusana, anche con risvolti poco edificanti. Non si è parlato d’altro che d’affari e d’intrallazzi: gestione dei parcheggi ai privati con promessa di assunzioni, negli asili nido, così come all’Igm, alla Siam, in alberghi di prossima apertura, nella zona industriale in crisi, nelle cooperative di prossima istituzione (che non si capisce di che cosa si dovranno occupare, ma fanno numeri, voti, e magari le aziende citate non sanno niente di tutte queste assunzioni); i posti di lavoro promessi alla povera gente ammontano a migliaia, tanto nessuno è a conoscenza che la stessa “sistemazione” in quel posto di lavoro virtuale è stata promessa a tutti i potenziali clienti che dovranno votare secondo le indicazioni del capo bastone, o grande elettore che dir si voglia. La promessa: ti posso aiutare solo se sarà eletto, ma in certi casi si dà per scontato, guarda il caso, subito dopo il voto.    

Uno scenario davvero povero, montato e smontato mille volte; una storia crudele già vista tante altre volte in questa terra di miseria, di mafia, di fame nella ricchezza di pochi. Di contro assistiamo all’incongruenza e all’indifferenza di un dibattito politico che evita accuratamente il tema dei programmi e delle scelte, delle strade scassate, dell’abbandono, della sporcizia dappertutto, anche con la nuova gestione della raccolta dei rifiuti; il tutto si rifugia nella rassicurante promessa e nei “nomi” scritti nella lista falsa delle assunzioni da far vedere ai “clienti”, accuratamente tirata fuori dal candidato o delegato che sia, ignari dell’estorsione del voto che dovrebbe essere libero e democratico.  Non ci sono spazi per la soluzione ai mille problemi di Siracusa città, così come per tutto il territorio della provincia aretusea, ormai abbandonata al destino dei vinti, in cui non si è mai ragionato collettivamente, avanzando proposte nel merito dei problemi sul tappeto. Una comunità politica in senso ampio che potrebbe contribuire a mettere in campo un programma alternativo valido e di reale discontinuità. Il rischio rimane, invece, di restare ai margini di un discorso incentrato solamente su posizione e assetti di potere e di programmi per pochi uomini poggiati sugli interessi di gruppi di affaristi della politica, ognuno per il proprio interesse.

Concetto Alota

 

Un pensiero su “La campagna elettorale, la promessa dei posti di lavoro e la compravendita dei voti

  • Ma tanto al popolo pecora poco importa e continuerà a farsi calpestare da questi soggetti.

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