Primo PianoSport

La storia infinita e tribolata del Noto calcio terremotato

Il tempo scorre inesorabile, ore, giorni, settimane fino a raggiungere i mesi. Quei mesi che sembravano tanti, sembravano bastare per mettere a posto le cose, ed invece non lo sono stati per nulla. Siamo a fine aprile, pensate già tre mesi fa, il campo decreta la salvezza del Noto, un Noto giovane ma talentuoso, un Noto per certi versi “terremotato” ma sempre a testa alta. Il tecnico, i calciatori, dal primo all’ultimo hanno portato a termine il compito per cui erano stati chiamati. Dal campo la palla, altrettanto pesante, come un macigno, passa alla componente societaria. Adesso la missione salvezza, quella tra carte bollate e soprattutto euro, tanti euro, è solo nelle loro mani. All’unisono i componenti al vertice dell’U.S.D. Noto Calcio dichiarano: “La salvezza sul campo era solo uno dei due nostri obiettivi, ora lavoreremo per raggiungere il secondo, quello più importante. E cioè il saldo di tutte le spettanze, sia di natura squisitamente tecnico-sportiva, che di quella logistica”.

Passa maggio, e con esso giugno, ed a seguire luglio. C’è ancora chi aspetta, c’è chi ha deciso di non farlo, ed ha già avviato l’iter per il recupero delle proprie spettanze. E allora ci si chiede: cosa accade? Perchè si è arrivati a tal punto? Ma soprattutto, oggi è 6 di agosto, tra meno di venti giorni inizia la stagione con la coppa e la squadra è iscritta ma di fatto non c’è. E questo è abbastanza evidente. Oggi è 6 agosto si doveva assistere alle amichevoli pre campionato, si doveva parlare di mercato e studiare il girone di appartenenza.

Oggi 6 agosto, si doveva parlare di calcio, della quinta, splendida, annata di fila, da disputare in D, oggi quarta serie in Italia. Stop, fermiamo l’orologio e cerchiamo di capire, insieme, come si è arrivati a questa situazione. Il vecchio presidente, netino, Giovanni Musso, con lui zero problemi economici ma sempre salvezze molto sofferte, decide di dare un taglio al proprio impegno e lascia. Quasi naturalmente, ma di certo non in modo ovvio, la “palla” arriva  al suo ex compagno di avventure in sella al sodalizio sportivo, ora divenuto sindaco, Corrado Bonfanti. Riunisce un gruppo di professionisti, sotto un presidente, Storaci, netino anch’egli, ma non residente ormai da diversi anni, ma nelle previsioni non ci sono grandi risorse da cui attingere. Sono persone oneste e perbene, lavoratori non in grado, però di sobbarcarsi la gestione di una Società Sportiva, e per giunta calcistica. A dicembre il presidente, visto a Noto solo in poche occasioni, addirittura si dimette; la squadra per una gara, ad Agrigento, si presenta con la juniores, sembra essere arrivata la fine. Ma quel gruppo di uomini, Casto, Guarino, Landolina, Tinè , Dejean,  mette tutto il proprio tempo, la passione e soprattutto l’amore per questa maglia, e tira la carretta per nove mesi, tra rinvii e scadenze, tra promesse ed incontri a palazzo di Città. Su un’ altalena costante di emozioni, dallo sconforto alla paura, dalla speranza alla gioia. Ma oltre a questo nulla nelle mani. Già al cronista che vorrebbe scrivere di calcio mercato, di allenatore e giocatori, di ritiro ed amichevoli estive, non si da nulla se non un continuo “tra un paio di giorni”. E quel paio sono diventate settimane e poi mesi e poi ancora il nulla.

Ecco come si è arrivati al 6 di agosto, con l’ennesimo intervento, ma solo perchè c’era una scadenza burocratica, che ha visto l’iscrizione e poi? Il nulla. Cosa aspettarsi? Il Sindaco dichiara che il 24 di agosto ci sarà un Noto che scenderà regolarmente in campo, poi nelle segrete stanze si prova a bussare a destra e a manca per capire chi potrebbe dare una mano in termini economici. Con gli inevitabili “toc toc” alla porta del Noto degli avvoltoi, di cui ormai si sanno nomi, cognomi e codici fiscali per quanto hanno fatto nella Sicilia orientale ed oltre. Non aprite quella porta, lasciateli bussare, ciò che portano si conosce bene. Verificare la serietà e l’onestà di quanti potrebbero essere a servizio del Noto Calcio, ammesso che ci siano, deve essere il primo obiettivo. É  il sei agosto, ricomincerà la storia granata con il “C’era una volta il calcio…”, oppure con il “C’era ed ancora c’è…”.Nelle favole esiste il lieto fine, ed, a volte, anche nello sport.

Emanuela Volcan

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *