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Dopo le elezioni, il Pd perde pezzi: due donne fuori dall’esecutivo provinciale

All’indomani dell’esito delle elezioni regionali, due donne lasciano l’esecutivo provinciale del partito democratico. Sono Alessandra Furnari e la consigliera comunale Sonia D’Amico. Qui di seguito le lettere di dimissioni presentate da entrambe al segretario provinciale Lo Giudice.

Carissime e carissimi Amici, vi scrivo questa lettera per comunicarvi la mia decisione irrevocabile di dimettermi dal ruolo di componente dell’esecutivo del PD di Siracusa, con la delega Innovazione e Smart Cities.
Mi sono sempre sentita onorata di aver contribuito a far crescere questo nostro partito, ho sempre fatto il mio dovere da dirigente, militante, elettrice e da Consigliera Comunale, dando il mio contributo, piccolo o grande che sia stato, per il bene del Partito e di Siracusa, sacrificando il mio tempo, i miei affetti, le mie capacità intellettuali e organizzative. Questo l’ho fatto con grande convinzione e abnegazione, almeno fino a quando il nostro segretario Alessio Lo Giudice, in questa ultima campagna elettorale per l’assemblea della Regione Siciliana,ha deciso di intraprendere una scelta correntizia e essere soltanto il segretario di una parte del PD. E se un Segretario non riesce più a difendere l’operato del proprio partito, del proprio governo e portare idee nuove o nuove soluzioni per ricucire gli evidenti “strappi” all’interno dello stesso, allora non può più essere più tale.
Continuerò comunque ad essere una militante, lottando per cambiare il partito dal suo interno finché ciò sarà possibile o mi sarà concesso, così come continuerò ad impegnarmi alacremente per la mia città.
La politica con la P maiuscola deve fare marcia indietro, tornare a parlarsi e a trovare soluzioni per il futuro di questa città. Ho voglia di far politica per il bene della città, credo di poter fornire un supporto di idee per il bene comune.
Non è però possibile far politica in un Esecutivo che da troppo tempo si trascina in una
lunga catena di azioni e situazioni tendenti al posizionamento personale. Tanti i motivi di disagio a fronte di un insuccesso elettorale: la scarsità di proposte politiche è evidente, l’esecutivo è vissuto non più come un luogo di confronto in cui selezionare idee e uomini migliori per il bene comune, ma come luogo in cui la prova muscolare fatta di voti e tessere è l’unico dogma a cui far riferimento. C’è un tempo per ogni cosa e il mio tempo da componente dell’esecutivo provinciale è terminato. Concludo augurandomi che tutti i membri del PD possano riflettere sulla direzione, sui toni, e sul cammino da intraprendere.

Sonia D’Amico
Componente dell’esecutivo provinciale del PD di Siracusa

 

Caro Segretario provinciale,
da tempo, come ben sai, non mi riconosco nelle dinamiche che caratterizzano questo partito a livello provinciale. Se fino a ieri, però, ero convinta che esistesse anche solo una piccola speranza di migliorare le cose, oggi vedo con lucidità che ciò non è possibile. Ho dedicato all’incarico che mi è stato affidato tempo ed impegno. In questi anni, ho visto e sentito cose inaccettabili, come ho visto uomini e donne, che le regole non hanno mai nemmeno preso in considerazione ed anzi hanno disprezzato, porsi sopra un pulpito e predicare bene, sapendo di razzolare male, tenendo pure lezioni di moralità e democrazia.
Ho visto predisporre liste di proscrizione e tentare di mandare al rogo gli “eretici”, che eretici non sono, salvando invece chi per anni ha massacrato pubblicamente lo stesso partito provinciale.
Ho visto e vedo un partito che finge di vestirsi di nuovo, ma che resta sempre vecchio nelle dinamiche ed i cui i fili del potere vengono sempre manovrati dagli stessi soggetti. Ho sostenuto Giancarlo Garozzo, ho creduto e credo in lui e nella sua amministrazione. Ho disprezzato il comportamento disfattista nei suoi confronti di questi anni ed il massacro mediatico che il partito gli ha regalato.
Ho disprezzato la decisione falsamente democratica dell’ultima direzione provinciale nella scelta dei candidati per la competizione regionale, che in barba alle competenze statutarie, ai principi dettati dagli statuti ed alla necessità di combattere il populismo diffuso, ha voluto ricandidare chi, della politica ha fatto una professione, lasciando fuori chi avrebbe invece potuto apportare novità ed un nuovo punto di vista ed ho disprezzato il tira e molla che ne è derivato pure a livello regionale.
Ho sostenuto, in questa competizione elettorale, Gaetano Cutrufo e non perché, come si usa in questo partito, mi sia stato imposto, ma per libera e convinta scelta. L’ho sostenuto con la certezza che fosse l’unico in grado di portare, con la sua esperienza di vita e del mondo del lavoro, un punto di vista nuovo ed una boccata di ossigeno in quelle stanze chiuse da troppo tempo e lo rifarei domani, perché quando le scelte si compiono con convinzione, coscienza ed in piena libertà, non mutano in base alle vittorie, alle sconfitte o alle convenienze del momento, come invece succede di continuo nel nostro partito.
Oggi, quindi, sono orgogliosa di poter camminare a testa alta dichiarando di aver perso sostenendo Giancarlo Garozzo e Gaetano Cutrufo, uomini liberi in cui ho creduto e credo, e non posso certo fingere di gioire per vittorie che non mi appartengono in alcun modo e contro cui, anzi, ho combattuto.
Oggi, che ci sono vinti e vincitori, con la stessa coerenza di cui sono sempre andata fiera e che ho
mantenuto nel corso della campagna elettorale, non attaccando mai questo partito e non reagendo
alle provocazioni di una sfida che, da parte di alcuni, tutto è stata tranne che gentile, posso dire a
voce alta e con fermezza, che non intendo essere dirigente di un partito in cui, almeno a livello
provinciale, governa ancora il vecchio che, all’occorrenza, non tenta nemmeno di vestirsi di nuovo,
ma anzi rilascia interviste per rimarcare il proprio potere.
In virtù della profonda ed immutata stima e del rispetto che nutro nei confronti di Giancarlo Garozzo, di Gaetano Cutrufo, e di pochi altri all’interno di questo partito e dell’intero mondo politico, per i miei ideali e per la mia dignità, quindi, non mi resta che rimettere nelle tue mani le deleghe nelle materie, per me fondamentali, di legalità trasparenza e giustizia, con evidenza, in questa federazione, inutili ed inutilizzabili, e rassegnare le mie dimissioni da membro dell’esecutivo provinciale.

Alessandra Furnari

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