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l’ex sindaco di Priolo Rizza denuncia: campagna elettorale con un suo falso profilo FB

Ha fatto il giro del web un falso post in cui l’ex sindaco di Priolo, Antonello Rizza, invitava a votare per uno dei 4 candidati a sindaco della città del triangolo petrolchimico. Un messaggio esplicito, postato su facebook, peccato che quel post era del tutto falso e che dietro quel profilo non ci fosse Antonello Rizza ma un’altra persona che ha inteso, in questo modo, tirare un brutto tiro all’ex primo cittadino priolese. Infatti, Rizza, che si trova in regime di arresto domiciliari per la nota vicenda giudiziaria denominata “Res publica”, ha anche il divieto di comunicare con l’esterno. Men che meno, quindi, comunicare attraverso i social network.
Allarmato per quanto stava accadendo, l’ex sindaco ha presentato una denuncia al commissariato di pubblica sicurezza di Priolo con cui ha spiegato che ieri mattina è venuto a conoscenza che su facebook è apparso un falso post, a suo nome, inviato da un anonimo, che recita: “Ciao come va? Scusami caro volevo comunicarti che per le prossime elezioni a sindaco il nostro gruppo ha deciso di sostenere (…) Nella sua lista ci saranno persone che ci rappresentano”.
Al post in questione ne sono seguiti altri che, come il primo, per la difesa di Rizza avrebbero lo scopo di determinare l’aggravamento della misura cautelare alla quale Rizza è sottoposto dal 14 marzo quando la Corte di Cassazione non solo ha rigettato la richiesta dei legali difensori di Rizza di annullare l’ordinanza del gip del tribunale aretuseo, Giuseppe Tripi, ma ha, al contempo, accolto l’istanza del pm Margherita Brianese che chiedeva il ripristino dell’originaria e più restrittiva misura cautelare.
Il legale difensore di Rizza, avv. Domenico Mignosa, sottolinea come il suo assistito “non abbia mai scritto alcun post, essendo assolutamente disinteressato all’esito della consultazione elettorale che si terrà il 10 giugno al comune di Priolo. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri comuni in cui si vota. Rizza sta assolvendo agli obblighi derivanti dalla propria condizione di imputato in regime di arresti domiciliari”.
Il legale di Rizza ha, quindi, chiesto alla Procura aretusea di svolgere indagini per identificare i responsabili del gesto.

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