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L’inquinamento elettromagnetico e l’alterazione genetica del Dna, l’Autismo e i disturbi neurodegenerativi

L’autismo è un disordine che principalmente coinvolge il sistema nervoso. E’ caratterizzato da mancanza di comunicazione, linguaggio incoerente e movimenti ripetitivi incoerenti. La sua insorgenza avviene nella prima infanzia e la sua incidenza è riportata in aumento. Vari geni e fattori ambientali sono stati implicati nella genesi dell’autismo, e i campi elettromagnetici possono essere uno di tali fattori ambientali. L’industrializzazione ha introdotto un ampio numero di dispositivi elettronici attorno a noi. L’utilizzo indiscriminato di tali dispositivi, particolarmente i telefoni cellulari, ha sollevato l’interrogativo sull’inquinamento elettromagnetico e del rischio sulla salute causato dal loro uso. I campi elettromagnetici emessi durante la loro messa in funzione non hanno energia sufficiente per causare alterazione al Dna in maniera diretta; tuttavia, è disponibile un’ampia evidenza da studi in vitro e in vivo per dimostrare la loro capacità di causare alterazioni al Dna indirettamente, come anche modifiche epigenetiche. In aggiunta ad alterazioni genetiche, le modifiche epigenetiche possono avere un ruolo importante nel causare disturbi al sistema nervoso conducenti a disordini neurodegenerativi, incluso l’autismo.

Le prime tre università del Regno Unito dopo Oxford e Cambridge rinomati per la sua competenza nei campi dell’ingegneria elettrica e della salute e a studiare il metabolismo del calcio nelle cellule viventi e anche come le cellule, i tessuti e gli organismi risentono dei campi elettrici ed elettromagnetici.

Spiegare con termini semplici come i deboli campi elettromagnetici provenienti da telefoni cellulari, telefoni cordless e WiFi possono avere seri effetti sulla nostra salute. Questi effetti includono danni al sistema endocrino, con conseguente obesità e disordini collegati, stanchezza cronica, autismo, aumento di allergie e sensibilità chimiche multiple, demenza precoce, danno al Dna, perdita di fertilità e cancro.

Tutto questo avviene a livelli di radiazione che le compagnie di telefoni cellulari dichiarano essere sicuri in quanto la radiazione è troppo debole per causare un significativo riscaldamento. Questo è il solo criterio che loro usano per valutarne la sicurezza. In realtà, l’effetto elettrico diretto sulle nostre cellule, tessuti e organi fa molto più danno a livelli di energia che possono essere centinaia o migliaia di volte inferiori di quelli che causano un riscaldamento significativo. Questi sono chiamati effetti non-termici e i nostri governi e autorità sanitarie non stanno facendo niente per proteggerci da questi effetti.

Questo stato di cose non deve essere necessariamente così. Attraverso la comprensione di questi effetti non termici, é possibile correggere la maggior parte di essi, come mostrerò nell’articolo seguente. Luc Montagnier medico, Premio Nobel per la medicina nel 2008, nelle sue ricerche, ha scoperto che le sequenze di Dna disciolte in acqua provocano segnali elettromagnetici emessi ad alte diluizioni e che la sequenza del Dna stesso può essere ricostituita a partire dal segnale elettromagnetico!
Non solo: gli scienziati hanno dimostrato che è possibile ricreare a distanza di migliaia di chilometri la stessa sequenza di Dna a partire dall’acqua informatizzata. Le implicazioni sono enormi: da un parte si evince il potere curativo dell’acqua di immagazzinare e rilasciare informazioni elettromagnetiche e dall’altra l’idea che il teletrasporto da un posto all’altro un giorno potrebbe diventare realtà.
Durante le sue ricerche, Montagnier racconta che la storia è iniziata 10 anni prima quando nonostante avesse filtrato diversi batteri senza lasciare alcuna traccia di Dna in una soluzione, accadeva che il batteri si ricostituiva regolarmente senza alcuna spiegazione. Questo ha segnato l’inizio di una lunga serie di ricerche su come il Dna si comporta nell’acqua, che ha portato alla scoperta che il Dna del batterio stava emettendo onde elettromagnetiche a bassa frequenza in alcune soluzioni di filtrato diluite in acqua, e questa proprietà fu presto estesa ad altri Dna batterici e virali.
Le onde elettromagnetiche del Dna. In sintesi, i segnali elettromagnetici (EM) a frequenza ultra-bassa (500-3000 Hz) sono stati rilevati in alcune diluizioni del filtrato da colture di microrganismi (virus, batteri) o dal plasma di esseri umani infettati con gli stessi agenti.
Due provette adiacenti, e fisicamente separate, sono state collocate all’interno di una bobina di rame e sottoposte ad un debole campo elettromagnetico di 7 hertz (risonanza Schumann circa 7.83 Hz) e isolate dai campi magnetico esterni per evitare interferenze. Una provetta contiene un frammento di Dna sottoposto a diversi cicli di diluizione e succussione, e la seconda provetta contiene acqua pura distillata. Dopo 18 ore a temperatura ambiente, si osserva che entrambe le provette emettono lo segnale elettromagnetico! Inoltre entrambi i campioni vengono sottoposti ad un metodo di routine usato per ricostruire tracce di Dna, utilizzando degli enzimi e le basi azotate, innescando una reazione a catena, detta polimerasi
Dopo 20 ore, il frammento di Dna è stato recuperato in entrambe le provette, anche se una conteneva solamente acqua distillata!
Da notare che il trasferimento di segnali elettromagnetici non è stato raggiunto quando il tempo di esposizione è stato inferiore a 16 ore, o quando la bobina schermante era assente, oppure quando il generatore di campo magnetico aveva una frequenza inferiore a 7 Hz.
Riportare in vita e teletrasportare un batterio dai suoi segnali elettromagnetici?
L’esperimento è stato ripetuto anche in una modalità diversa. Il team di scienziati di Montagnier hanno registrato i segnali elettromagnetici della sequenza di Dna, li hanno memorizzati su un computer per poi comunicarli ad un laboratorio di ricerca in Italia a più di mille chilometri di distanza. Gli studiosi italiani, guidati dal Prof. Vitiello, hanno trasmesso questi segnali ad una provetta contenente solamente acqua distillata per alcune ore. Poi hanno preso le basi azotate e la polimerasi e li hanno messi nella provetta. Il risultato è stato stupefacente: dal nulla si è ricreata la sequenza di Dna originaria degli scienziati in Francia!
L’esperimento è stato altamente riproducibile, 12 volte su 12, anche con Dna di batteri diversi. Questo conferma la validità scientifica della scoperta.
Il commento del fisico italiano Emilio del Giudice
Emilio del Giudice, è fisico teorico, ricercatore INFN a Milano, membro dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania. Ha lavorato presso il MIT di Cambridge, USA e presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen. E’ autore di numerosissimi articoli scientifici sulla teoria quantistica dei campi, e lo studio delle proprietà collettive della materia. E’ insomma un orgoglio italiano nel mondo.
“Capire queste cose potrà permettere di dare origine ad una nuova industria chimica non inquinante, che si ispiri al caso biologico, in cui le molecole interagiscono in maniera precisa tra di loro senza generare composti a caso, e cioè in maniera altamente efficiente, a basso consumo energetico, e senza generare rifiuti inquinanti…”
Secondo Montagnier e i suoi collaboratori, questi studi potranno essere la base per la medicina del futuro curare alcune malattie come l’autismo e varie malattie neurodegenerative come la fatica cronica e la sclerosi multipla, con un diverso approccio farmacologico. Inoltre si potranno creare dei medicinali ad hoc generando campi elettromagnetici attraverso il proprio smartphone per esempio. L’acqua si comporta esattamente come un nastro magnetizzato che conserva l’impronta magnetica di virus contenuti in precedenza, anche quando questi sono stati cancellati e trasmette un messaggio di natura magnetica, che è ancora in grado di essere riprodotto. Viceversa possiamo usarla per imprimergli le frequenze dei medicinali così da avere un effetto curativo nell’organismo.
Fonte Web

 

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