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Noto, “Immagini dell’altrove” di Laura Nazzaro chiude i battenti

“Sin dalla serata del 30 marzo, data d’inaugurazione della mostra, si é manifestata la particolare natura di questa esposizione di dipinti, capaci di trasportare lo spettatore in una dimensione intermedia, al confine tra coscienza e inconscio – ci spiega Vincenzo Medica che ha ospitato proprio nel suo Studio Barnum sino alla fine di aprile la mostra “Immagini dell’altrove” di Laura Nazzaro-. Il linguaggio pittorico dell’artista è tale da proseguire per sua natura nell’interpretazione di chi osserva, rendendolo attivamente partecipe e suscitando emozioni complesse, delicate, talvolta velate d’inquietudine. La scelta di accostare alcuni lavori realizzati negli ultimi dieci anni alla produzione più recente ha voluto rafforzare l’idea, simbolicamente espressa, del viaggio e della trasformazione interiori”.  Ed il risultato delle scelte, proprio del Direttore Artistico Medica, è stato sorprendente e particolarmente apprezzato dai visitatori. Laura Nazzaro (nella foto davanti a due delle opere portate a Noto, n.d.r.) è un’artista romana, che aveva già fatto parlare di se in occasione di un’altra fortunata iniziativa, il “Quadrilatero del Contemporaneo” nelle festività natalizie. In quel caso si trattava di una collettiva, ospitata nei Bassi di Palazzo Ducezio, e tra le tante proposte, i suoi colori, le forme, la tecnica avevano lasciato il segno. Così organizzata dallo  Studio Barnum Contemporary eNotArte Artisti Associati, a cura di Vincenzo Medica, con il Patrocinio del Comune di Noto, si è pensato di dedicarle una personale, intitolata “Immagini dell’altrove”. “Queste opere sono il frutto di un’esplorazione, nascono da un vero e proprio peregrinare dell’occhio su macchie e segni casuali, materia prima instabile, caotica e informe che per risonanza porta la pittura nella dimensione fluida della psiche, richiamando contenuti inconsci originari e archetipi. Qui prende forma un emozione analogica, un “vedere come” che produce metafore visive, fiori spontanei della psiche che si presentano concretamente in luogo di un concetto, e non abbandonano, anzi manifestano, la loro appartenenza alla molteplicità del possibile, all’ humus fecondo dal quale traggono vita”. Spiega Laura Nazzaro, mentre soffermandosi sulle singole tele non si può certo nascondere con ogni singolo tratto rappresenti un’incredibile e straordinaria visione dell’altrove, quell’altrove che la Nazzaro ci racconta partendo dai strati che si sovrappongono rendendo quasi invisibili gli stessi. Malinconia, romanticismo, quiete ma anche movimento, in una sola parola: poesia.

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