Cultura

Noto, la città dedica spazi ai propri artisti, inaugurata la mostra di Giuseppe Civello

La sala conferenze dell’ex Convitto Ragusa da sabato ospite la mostra antologica personale di Giuseppe Civello “Una vita per la pittura”. Tanti coloro i quali non hanno voluto mancare al momento inaugurale che ha visto la presenza, in primis dello stesso pittore, e gli interventi del Sindaco Corrado Bonfanti, dell’Assessore alla Cultura, Sabina Pangallo, e del curatore della mostra Enzo Papa ( nella foto da sinistra Papa, Pangallo, Bonfanti, Civello).

L’organizzazione, la fotografia, l’allestimento sono stati realizzati da Vincenzo Medica che con il suo Studio Barnum Contemporary si è occupato della progettazione grafica. Ogni dettaglio è stato curato nei minimi particolari per omaggiare un artista netino molto stimato e amato anche per aver insegnato a generazioni di ragazzi (compreso lo stesso Sindaco) le tecniche e instillato la passione per l’arte. Da vent’anni il pittore non crea più ma la sua produzione è stata talmente prolifica che le opere della mostra, trenta in tutto, sono solo una piccolissima parte e sono state scelte per raccontare, attraverso i vari periodi e le forme espressive, la storia artistica di Civello. “Memoria storica e protagonista di anni vivissimi in quanto ad attività artistica e culturale del nostro territorio, il Maestro Civello, oggi ci consente di rendere omaggio alla sua lunga carriera – ha dichiarato nei suoi saluti iniziali l’Assessore Pangallo-. Le visioni del pittore travalicano i confini della memoria e del vissuto personale per definirsi espressioni di un universale sentire, metafore di una condizione umana condivisa”. Dalla conoscenza personale al ruolo istituzionale per sottolineare i diversi significati della mostra di Civello che resterà aperta al pubblico ufficialmente fino al 5 marzo, già nella serata inaugurale si è prospettato di prorogare sino al 12. “La principale finalità odierna- ha spiegato il Sindaco Bonfanti- è quella di riservare un momento e un luogo di riconoscimento pubblico al nostro Giuseppe Civello a cui vogliamo esprimere un forte senso di ringraziamento e di attaccamento per ciò che ha dato alla sua comunità ed al mondo, perché l’arte uso un linguaggio universale che travalica qualsiasi confine.
Tanti nostri concittadini rappresentano eccellenze per cui dobbiamo essere meno distratti; una Città che non onora i meriti dei propri figli, che non cura la memoria e l’identità di quelle figure protagoniste dell’incedere nella stessa storia della comunità, viene meno ad un preciso dovere, più che a un compito perché sappiamo bene che un gruppo sociale è la sua stessa memoria”. E molto emozionato il pittore ha solo salutato i presenti mentre dettagliata è stata la presentazione da parte di Enzo Papa: “L’opera di Civello è frutto di un momento storico (1970-2000) e di un ambiente (quello netino) ben precisi, caratterizzati a loro volta da un clima a dir poco effervescente.
Quella di Civello è la buona, la vera pittura, dove la tela diventa spazio scenografico, felicità di canto, non solo per la rappresentazione di paesaggi o di nature morte ( dov’è maestro insuperabile), quanto piuttosto per la narrazione di una condizione esistenziale dove la figura umana appare quasi sempre come evocazione della dura esperienza del vivere. A lui, alla sua arte, va la gratitudine nostra e del gruppo sociale netino di cui egli è espressione, interprete e testimone”. Come non citare allora, tra le opere esposte al Convitto, “Scorcio di Noto con innamorati”, “Colombe e barocco”, “La sosta” (olio su tela, 1996), ed ancora vi invitiamo a soffermarvi su “Speranza” (1991) e “Cupola e speranze” (1996), oltre che sul bellissimo “Ercole” scelto per la copertina del catalogo. 
 
Emanuela Volcan

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