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Poliziotti penitenziari autoconsegnati: situazione drammatica

Si fa drammatica la situazione degli agenti di polizia penitenziaria che hanno deciso di autoconsegnarsi all’interno della casa circondariale di Cavadonna. Oggi è il quinto giorno di questa sorta di manifestazione per far sentire la propria voce rispetto allo stato di disagio sofferto a causa della carenza di personale in organico nella struttura siracusana. Una situazione che si è fatta pesante a causa di turni di lavoro massacranti.

L’autoconsegna ha comportato il fatto che, una volta smontati dal turno, gli agenti continuano a rimanere nella struttura penitenziaria, non recandosi a casa. Dai 20 che hanno iniziato l’autoconsegna oggi sono una sessantina gli agenti che si rifiutano di tornare a casa. Ma per loro comincia a imporsi un problema di equilibrio psicofisico. In diversi nella giornata di ieri sono ricorsi alle cure dei sanitari, alcuni dei quali sono stati ricoverati all’ospedale Umberto primo di Siracusa o al Di Maria di Avola. Accusano tachicardia, pressione alta e altri malori collegati allo stress psicofisico a cui sono esposti quotidianamente. L’autoconsegna continua, comunque, ad oltranza, fino a quando, cioè, non verrà risolto il problema del numero nettamente inferiore degli agenti rispetto ai detenuti.

Il sindacato ha pensato di ricorrere al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a cui è stata inviata una lettera. “Il tutto ha avuto inizio all’incirca nel mese di marzo – scrive Sebastiano Bongiovanni, segretario della Ugl penitenziari – con una manifestazione tenutasi davanti alla casa circondariale, proseguita con un sit-in davanti alla Prefettura e un colloquio con ilo prefetto Castaldo, senza ottenere però risposte certe, positive e concrete”.

Al ministro Orlando viene chiesto di “adottare ogni utile iniziativa per restituire dignità professionale a questi poliziotti penitenziari”.

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