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A Siracusa e non solo: sostituire la tubazione della rete idrica e fognaria in amianto

Era il novembre del 2015. In un articolo pubblicato per queste stesse colonne a mia firma, si faceva notare che per un tantino d’acqua gettata nel terreno antistante alla presunta Tomba di Archimede le polemiche come un tam tam si erano diffuse e gli aspetti amplificati.
Forzando la mano, il cronista scopre che il tubo dell’acquedotto comunale di Siracusa che si è rotto sotto i colpi dell’escavatore per i lavori della messa a dimora dei pali semaforici, era interrato ad appena settanta centimetri, contro le norme che vogliono la sicurezza più in profondità; ma non è finita. Si scopre che quella tubazione dove scorre l’acqua potabile che alimenta la zona della Borgata della città di Siracusa, è in Eternit (amianto), senza che mai nessun tecnico del Comune di Siracusa ha segnalato il grave fatto; manca comunque in materia una normativa: l’amianto non si può inalare, ma si può bere. Si scopre ancora che buona parte la vecchia tubazione dell’acquedotto e fognaria della città di Siracusa e di tanti comuni della Sicilia è in amianto. Anche nella fogna semplicemente perché l’amianto nei vari passaggi può finire in mare e nella falda acquifera, oltre al fatto che in alcuni comuni, come ad Augusta, con c’è il depuratore. Un vecchio progetto degli Anni Ottanta doveva riammodernare tutta la rete fognaria e idrica del capoluogo siracusano con uno stanziamento della Cassa del Mezzogiorno di circa 400 miliardi delle vecchie lire, ma tutto fallì.

Scriveva il cronista, caro il dirigente del comune che hai rimproverato a muso duro l’operatore perché ha “scialacquava” pubblicamente, cos’è più importante, mille litri di acqua sversati su un terreno davanti alla Zona Archeologica, o scoprire che l’acqua che usano molte famiglie siracusane da anni scorre in tubi di Eternit che causa la morte per la grave patologia chiamata asbestosi ai polmoni se inalato ma se è ingerito, provoca il cancro allo stomaco? La stessa cosa si può dire della condotta colabrodo sia idrica sia fognaria, vecchia e obsoleta, con perdite che nel passato si attestavano intorno al 40%, come denunciò l’onorevole Pippo Gianni anni or sono, comprese le tubazioni principali di amianto ancora in funzione dal Dopo Guerra nel silenzio e nella rassegnazione generale. Ma le spese che si aggravano a causa della perdita copiosa dell’acqua finiscono nelle bollette dei cittadini o paga il Comune, che è poi la stessa cosa?

Ora è l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, a riaprire il caso. L’Ona chiede che siano rimosse le tubature con amianto anche a Siracusa. Ezio Bonanni, definisce la vicenda “omicidio a norma di legge. Infatti, non c’è una norma specifica che vieta la presenza di amianto nell’acqua potabile, anche se dovrebbe essere chiaro che si dovrebbe evitare l’ingestione di cancerogeni, e dell’amianto in particolare. L’allarme scatta anche a Siracusa ed è dovuto al fatto che secondo alcune segnalazioni anche nella città di Archimede alcune delle tubature dell’acqua potabile siano in amianto. Naturalmente il condizionale è d’obbligo – scrive Bonanni – perché sono le autorità a dover verificare se la segnalazione giunta all’associazione sia corrispondente al vero”. Ma Srlive conferma la presenza della tubazione in amianto nella città di Siracusa, proprio dopo l’articolo pubblicato nel novembre del 2015 e per l’ulteriore ricerca tra gli atti d’ufficio del Comune capoluogo e tra gli addetti ai lavori.

“Però se così fosse – scrive ancora Bonanni(così è n.d.r.)  si aprirebbero ulteriori scenari di rischio, in una città e in un territorio, come quello di Siracusa/Priolo Gargallo e Augusta, già martoriati per la presenza di un’alta incidenza di patologie da amianto e da altri cancerogeni, dovuti alla presenza del più grande polo petrolchimico europeo, di cui ancora oggi, non si conoscono gli effettivi rilievi e impatto sulla salute umana.  È necessario sostituire tutte le tubature che ancora sono in amianto ovvero in materiali contenenti amianto per evitare che ci sia ingestione di fibre capaci di causare l’insorgenza di mesoteliomi peritoneali e altre patologie. Non bisogna sottovalutare il rischio d’inquinamento da amianto proveniente dalle tubazioni per la distribuzione dell’acqua potabile. Se nelle tubature dell’acqua c’è amianto, le fibre possono essere ingerite, oppure anche inalate, in quanto si può determinare evaporazione dell’acqua e quindi aerodispersione delle fibre”.

 “Non ci stancheremo – scrive ancora L’Ona – di segnalare e di agire a mezzo stampa e per le vie giudiziarie, affinché la legalità in Sicilia come nel resto d’Italia, torni a essere la norma e non la nobile eccezione”.

“Ma, un rapporto dello Iarc, agenzia di ricerca sul cancro dell’organismo Mondiale della Sanità, Oms, in un rapporto chiarisce poi che esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le conformazioni di amianto per l’uomo. Provoca il mesotelioma, il cancro del polmone, della laringe, e dell’ovaio. Inoltre sono state osservate associazioni positive tra l’esposizione a tutte le strutture di amianto e cancro della faringe, allo stomaco, al colon-retto, anche negli animali per la cancerogenicità dell’amianto. Tutte le forme di amianto sono cancerogene per l’uomo. L’ingestione di amianto è considerata – conclude l’Ona – “esposizione primaria” al pari dell’inalazione”.

I tubi in cemento amianto degli acquedotti hanno superato i cinquant’anni da quando sono stati posati, alcuni di questi potrebbero seminare fibre nocive nell’acqua che ogni giorno esce dal rubinetto, per cuocere la pasta, lavare la verdura, preparare il caffè o per dissetarci. E per la cronaca, nel tumore del tubo digerente di chi ha scoperto fibre di amianto nell’acqua di casa, sono state rinvenute fibre di amianto, spiegano al Centro Tumori di Milano.

Ma è Pippo Gianni, componete del Comitato tecnico dell’Ona,  a denunciare l’incapacità della Regione Siciliana e lo smembramento della sua Legge guida  sull’amianto: “L’assemblea regionale – dice Gianni – ha cambiato la legge che io avevo fatto, basata sul cronoprogramma; era l’unica legge basata sulla sorveglianza sanitaria e fatta appunto con il metodo valido del cronoprogramma, con 21 milione di euro stanziati, che quando mi hanno cacciato hanno pure cancellato; hanno disatteso l’istituzione ad Augusta del Centro di Riferimento Regionale per l’Amianto. Hanno reso, di fatto, vuota una buon legge, frutto di anni di esperienza sul campo, confermando quel senso di ignoranza, malafede e arroganza di un manipolo di uomini eletti al potere incapace di governare.”

Il grido generale: intervenga la Procura.

Concetto Alota

 

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