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Siracusa, voto di scambio: assolti medico e politico

Nove mesi d’indagine, oltre quattro anni di processo per giungere ad un verdetto di assoluzione piena nei confronti di un medico lentinese e di un politico siracusano. Il verdetto è stato emesso ieri sera dalla sezione penale del tribunale di Siracusa che ha mandato assolti perché il fatto non sussiste l’ex assessore comunale Franco Zappalà, presidente dell’Anmic, e lo psicologo lentinese Massimo Gramillano.
Anche il pubblico ministero, Giancarlo Longo, nella precedente udienza, aveva invocato per i due imputati un verdetto di assoluzione con formula ampia. I due imputati erano accusati in un primo momento di concussione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Siracusa, relativa al presunto consenso elettorale ottoneuto attraverso riconoscimento di invalidità a persone che non ne avevano diritto in cambio di favori, anche elettorali. Successivamente, il tribunale del riesme di Catania aveva disposto la  derubricazione del reato in voto di scambio.
La svolta al processo è avvenuta quasi alla fine della discussione, nel momento in cui il collegio difensivo, composto dagli avvocati Eugenio Risuglia, Orietta Gramillano, Ezechia Paolo Reale e Giambattista Rizza, hanno chiesto ed ottenuto l’escussione di un teste ex articolo 507. Si tratta di Alfio Paparoni, il quale, una volta in aula, ha disconosciuto i due imputati, sostenendo di avere sottoscritto un verbale di denuncia, redatto dagli investigatori, del quale non sapeva nemmeno il contenuto.
Le indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, sono state eseguite dal novembre del 2007 al luglio del 2008 da agenti del commissariato della polizia di Stato di Lentini.
Gli inquirenti hanno sempre sostenuto che Zappalà si “premurava di individuare medici compiacenti da segnalare all’Azienda sanitaria di Siracusa quali componenti delle commissioni per l’accertamento della invalidità civile”. Quanto al ruolo del medico, la procura di Siracusa ritieneva che il dottor Gramillano operasse “in modo da condizionare le procedure amministrative, attraverso la rappresentazione di false condizioni patologiche di persone segnalate da Zappalà”.
Il processo ha detto tutt’altra cosa, dando ragione alle tesi sostenute dal colldgio difensivo e i due imputati sono stati mandati assolti con formula piena.

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