Silenzi e parole vuote sulle morti di cancro ad Augusta
“Nel nostro territorio ci sono dei diritti violati e vogliamo delle risposte dallo Stato Non si può ricattare la gente, non si può dire lavoro o salute, cancro o fame. Oggi la gente è schiavizzata dal lavoro, dal ricatto occupazionale per il solo fatto che gli si garantisce da mangiare. Papa Francesco Bergoglio dice che non esiste dignità alcuna senza lavoro, ma qui il lavoro serve a morire. – ha esordito don Palmiro Prisutto a conclusione della messa in chiesa Madre, annunciando a breve altre forme di protesta di maggiore rilevanza mediatica – Una condizione inaccettabile sia sotto il profilo umano, ma soprattutto cristiano. Augusta allo Stato italiano ha dato tanto, ma in cambio non ha ricevuto nulla. Rivolgo un appello ai politici, vista l’eccezionalità del caso, che questo territorio sia dotato di una legge speciale, perché il rischio venga ridotto se non addirittura annullato”. Da due anni solo silenzi e parole vuote da parte delle istituzioni centrali sulle morti di cancro ad Augusta. Tanti gli accorati appelli e gli inviti rivolti alle massime autorità romane, che, in “religioso” silenzio, tacciono o al massimo si limitano a rispondere in maniera formale senza mai prendere posizioni sul dramma dei tumori nell’asse Augusta-Priolo-Melilli. Fenomeno denunciato da tempo in maniera civile da una intera comunità guidata da padre Palmiro Prisutto, arciprete della chiesa Madre di Augusta, che qualche giorno fa ha rivolto un invito ufficiale alle autorità comunali megaresi, affinché accolgano la richiesta di intitolare una piazza di Augusta ai “Martiri di Cancro”.
All’appuntamento liturgico che si svolge ormai da 2 anni ogni 28 del mese nella chiesa Madre di Augusta, come di consueto don Prisutto da dato lettura dei nomi delle persone morte di tumore (oltre 800), alla presenza di molti fedeli e soprattutto delle telecamere di Rai Uno inviate dalla trasmissione Uno Mattina. Don Prisutto sarà ospite in studio mercoledì mattina alla presenza di rappresentanti dell’Istituto superiore della sanità e del ministero dell’Ambiente. “Come amministrazione siamo solidali dell’azione di protesta portata avanti da don Palmiro Prisutto. Le morti di cancro sono reati gravi che vanno difesi e combattuti così come sta facendo don Prisutto, ma che a mio modo di vedere la questione andrebbe affrontatata sotto il profilo del rispetto delle leggi a tutela dei lavoratori e del territorio. – ha detto il sindaco Cettina Di Pietro – Non possiamo assistere allo scempio di chi inquina e poi va via lasciando disoccupazione e un territorio non bonificato. Dobbiamo alzare la testa tutti, non avere paura delle possibili conseguenze e pretendere come tutti i cittadini italiani la tutela della nostra salute”.
Francesco Giordano