Se te lo fossi perso

60. STAGIONE DI RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE AL TEATRO GRECO DI SIRACUSA – SUCCESSO PER IL DEBUTTO DELL’EDIPO A COLONO DIRETTO DA ROBERT CARSEN

Edipo, divenuto vecchio e cieco per sua volontà giunge a Colono dove ottiene una rivincita definitiva contro quel destino che gli ha procurato mali atroci inimmaginabili.

Al teatro greco di Siracusa il mito dei greci rivive nella magica atmosfera disegnata dal regista olandese Robert Carson che ha riportato in scena le vicende dello sventurato re di Tebe con lo stesso cast dell’Edipo re del 2022 nella rappresentazione di Edipo a colono.

Ancora un’applauditissima prima andata in scena sabato scorso con Giuseppe Sartori, Paolo Mazzarelli, Fotinì Peluso e Massimo Nicolini, solo per citare alcuni dei protagonisti di questa tragedia dove è la scena a proporsi come elemento di collegamento con la precedente.

È l’imponente scala che diventa metafora delle alterne vicende della storia di Edipo. In Edipo re le nefaste profezie degli oracoli, che uno dopo l’altra si realizzano, costringono il protagonista a scivolare giù un po’ alla volta verso il basso fino al culmine della disperazione e alla cecità auto inflitta.

In Edipo a Colono è la stessa scala ad offrire al decaduto re invece una possibilità di rivalsa. Stessa posizione e grandezza sulla scena, la scala cambia colore, è completamente verde e su di essa si ergono una trentina di cipressi, realizzando così un boschetto su cui svettano gli alberi del sepolcro.

Edipo, straniero in terra straniera, con il buio negli occhi, dice di vedere con la voce quando giunge ai piedi di quella scala. Rassegnato, ma deciso, stavolta la percorre nel senso opposto andando verso l’alto, verso la fine dei suoi giorni e promettendo, con la presenza dei suoi resti mortali, sicurezza per il luogo in cui verrà sepolto e per le genti che lo avranno benevolmente accolto.

È Teseo che, riconoscendolo, apre le porte della propria città in cui vige la giustizia offrendogli tutela incondizionata e ospitalità sincera

Il popolo di Atene è determinato quando si stringe in difesa di Edipo per respingere l’attacco del cognato Creonte, e dei suoi uomini, che con la forza e l’arroganza vogliono riportarlo a casa

In un’epoca in cui si pretende di avere il controllo di ogni cosa, i classici greci ci ricordano che nessuno può sfuggire al disegno di un destino già segnato e deciso poiché solo le divinità non conoscono vecchio e morte, tutto il resto lo sconvolge il tempo onnipotente.

Aggiunge il coro delle eumenidi, brillantemente guidato da Elena Polic Greco: “è folle per noi chi vuole una vita più lunga della misura che è giusta.”

Ed infine, una particolare nota per la giovane rivelazione Fotinì Peluso, vincitrice nel 2023 di uno speciale David di Donatello riservato agli attori emergenti, che ha ottenuto la preferenza di Robert Carsen affidandole il prestigioso ruolo di Antigone

Concludiamo con l’analisi del regista, il quale sarà presente ancora nel 2026 al teatro greco di Siracusa con l’Antigone.

“Questo secondo capitolo non è solo a continuazione delle vicende di Edipo, ma anche una meditazione sull’accettazione, sulla mortalità e sulla possibilità di redenzione. È un dramma personale che parla dell’età, del lasciare andare. Non si tratta solo del racconto dell’addio di Edipo alla vita, ma di un invito per tutti noi a riflettere su come qualcosa di significativo – persino di buono – possa nascere dalla sofferenza.”

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