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Rosolini, il sindaco Incatasciato: “Non avevo dubbi sulla mia assoluzione”

“Sono stato sempre fiducioso nella giustizia. Sin dalle prime battute dell’udienza preliminare il pubblico ministero aveva riformulato il capo d’imputazione non ritenendo violata la norma di legge come richiede il reato di abuso d’ufficio. Questa posizione ha avuto un riflesso nella vicenda assolutoria”. Mostra la propria soddisfazione il sindaco di Rosolini, Pippo Incatasciato, nei confronti del quale il Gup del tribunale, Carmen Scapellato, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per non avere commesso il reato di abuso d’ufficio in concorso nella nomina dei membri del nucleo di valutazione. Per lo stesso capo d’imputazione sono stati prosciolti tutti gli altri imputati Gianni Cassarino, Simone Migliore e Viviana Basilico (difesa dall’avvocato Corrado Valvo). Cassarino e Migliore, difesi dall’avvocato Giovanni Giuca, però, sono stati rinviati a giudizio per il reato di falso e dovranno comparire all’udienza del 24 febbraio 2022 davanti al giudice monocratico del tribunale aretuseo. Un quinto imputato, Gianluca Pitrolo, assistito dall’avvocato Giacomo Cannizzo, ha ottenuto dal Gup Scapellato una sentenza di assoluzione per non avere commesso il fatto. Anch’egli faceva parte del nucleo di valutazione da cui si era dimesso appena un mese dopo la nomina 

Con questi verdetti si chiude un’udienza preliminare durata più di un anno per un procedimento penale che scaturisce da una vicenda risalente all’ottobre 2018 e che ruota attorno alla nomina dei membri del nucleo di valutazione del comune di Rosolini. Per l’accusa, di quella nomina avrebbero beneficiato Basilico, Pitrolo e Migliore che avrebbero presentato domanda di partecipazione alla selezione nonostante fossero privi dei requisiti necessari. In sostanza, non sarebbero stati iscritti nell’elenco nazionale dei componenti degli organismi indipendenti di valutazione. L’elemento che ha fatto scattare la denuncia, però,  è la presunta vicinanza politica al sindaco Incatasciato che avrebbero sostenuto durante la campagna elettorale del giugno 2018. L’avvocato Giuca ha cercato di dimostrare che Cassarino all’epoca dei fatti fosse dipendente di un patronato e che Migliore si fosse dimesso dal direttivo della sezione rosolinese del partito democratico già prima dell’indizione del concorso. 

“Il procedimento penale – spiega il sindaco Incatasciato, che è stato assistito dall’avvocato Giuseppe Pellegrino – è stato determinato dalla volontà di qualcuno di volere portare in sede penale ciò che, in realtà, era di natura amministrativa perché strettamente legato all’interpretazione di regolamenti.  Ho motivo di ritenere, oggi più di ieri, che questo sia stato un tentativo di screditarmi. Sono un uomo di legge e anche in questa circostanza ho operato nel rispetto della legge in coscienza e perfetta buonafede”.  

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