Accorpamento Camera di Commercio: “Pur di far del male a te me lo faccio pure io”
Non ci sono più dubbi. Il dato è tratto. Le indiscrezioni trapelate dagli ambienti politici della capitale, confermano che il ministro Carlo Calenda sarebbe ormai orientato a revocare il decreto del 25 settembre del 2015, relativo all’istituzione della camera di commercio accorpata di Catania, Ragusa e Siracusa. La riunione tecnica di martedì prossimo presso il ministero dello Sviluppo economico e la Conferenza Stato-Regione programmata per 4 maggio saranno solo un atto dovuto e nulla di più.
Lo scenario a questo punto riparte da zero: o Siracusa di accorpa con Ragusa, ma insistono problemi di natura economica, oppure la soluzione rimane l’accorpamento tra Siracusa e Messina. E secondo gli esperti del settore del Ministero dello Sviluppo Economico e della Regione Siciliana, per Siracusa nessun altra soluzione per rimanere “autonoma”. Insomma, alla fine tanto rumore per nulla e nessun risultato rispetto alla desiderata di tutti quelli che gridavano allo scandalo. Inoltre, si scopre che anche i personaggi che per decenni sono stati i pilastri portanti delle strategie della Camera di Commercio siracusana e dintorni, non hanno interessi a riportare l’Ente camerale aretuseo verso l’autonomia. Il tratto sarebbe scaturito dalla condizione che il presidente non può essere eletto per più di due volte nello stesso Ente camerale. Nessun interesse diretto, dunque, e il “Faraone” decreta: “così sia scritto, così sia fatto”. E alla fine è valsa la regola di Gian Maria Cipolla: “Pur di far del male a te me lo faccio pure io”. Allora il tutto passerà dalle regole dettate dalla Legge Madia? Forse…
Concetto Alota