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Accorpamento Camere di commercio tra grida e sussurra luci e ombre in una lotta di potere senza fine

Per l’accorpamento delle Camere di commercio di Siracusa, Catania e Ragusa, con un ordine del giorno si dà mandato al sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo di farsi organizzatore di un incontro con il Governo di Roma, insieme alla deputazione siracusana e ai rappresentanti delle categorie produttive, al fine di impedire l’accorpamento della Camera di Commercio con Ragusa e Catania. Il prossimo appuntamento nell’aula del Vermexio è fissato per la prossima settimana, dove l’Assise comunale aperta al termine della seduta scorsa ha fatto propria la disponibilità del sindaco di Siracusa.

Il consigliere Massimo Milazzo ha detto, tra l’altro, “la provincia di Siracusa detiene attrattori economici che non possono farci accettare una scelta così penalizzante per Siracusa come quella dell’accorpamento con Catania. Nostro compito sarà quello di salvaguardare la sopravvivenza della Camera di Commercio, la cui autonomia dobbiamo difendere e rivendicare a tutti i livelli istituzionali”.

Per Giuseppe Gianninoto, Cna, “l’accorpamento volontario è stata una battaglia persa. Ma parlando di Camera di commercio, oltre che di attività produttive, ci riferiamo anche alle grandi infrastrutture. Per questo la nostra provincia non può essere privata del protagonismo del territorio che la governa. Peraltro la legge Madia vede nelle Camere di commercio uno strumento per il territorio, con nuove competenze in materia di digitalizzazione, scuola, formazione, lavoro, turismo. Occorre che le stesse si riformino, chiamando Unioncamere ad individuare nuovi criteri di accorpamento”. Ma, per la cronaca, Gianninoto insieme alla maggioranza che ha governato la Camera di commercio di Siracusa è stato uno sfegatato sostenitore della prima ora dell’accorpamento con Catania e Ragusa, ma ora, a seguito di una serie di vicissitudini politici, fa parte dei “pentiti” che non vogliono più l’unione con i catanesi e i ragusani.

Bruno Marziano ha dichiarato: “…bisogna chiedere alla Regione d’istituire una commissione di verifica delle procedure e di non insediare i nuovi organismi fino al termine del procedimento. C’è la consapevolezza di recuperare la situazione. Quest’accorpamento mortifica il territorio. Occorre perciò procedere per una soluzione condivisa con la sola Ragusa per una questione di affinità economica e produttiva. Occorre chiedere alla Regione di istituire una commissione di verifica delle procedure seguite, e di non insediare i nuovi organismi fino al termine del procedimento”.

Il senatore di Forza Italia Bruno Alicata ha detto, “…stiamo lavorando per recuperare la situazione ma occorre avere la consapevolezza che il percorso non è semplice. In sede parlamentare siamo riusciti ad ottenere un’audizione presso la Commissione Attività produttive del Senato. Ma il parere dell’organismo è prettamente consultivo: per modificare il decreto occorre un intervento del Governo e sotto questo profilo un’azione del Sindaco potrebbe essere determinante”.

Per il deputato regionale Pippo Sorbello, “…Siracusa ha l’area industriale e Ragusa ha sviluppato la media e piccola impresa. Per questo occorre che tutti, deputati, enti locali e categorie produttive facciano un pressing sul Governo centrale per raggiungere l’obiettivo prefissato”.

“Anche con Ragusa non ci sono i numeri per una sopravvivenza”. Così Sandro Romano presidente di Confcommercio Siracusa, che dopo avere ripercorso l’iter propedeutico dell’accorpamento, ha parlato di “gestione fallimentare della Camera di Commercio di Siracusa, che scoraggia Ragusa; ma occorre aggiungere che Ragusa ha già dichiarato, anche con l’assenso di alcuni rappresentanti di Cna e di Confindustria di non essere interessata a tornare indietro, quindi nessun accorpamento monco con Siracusa”. Sandro Romano ha iniziato il suo intervento richiamando gli articoli di stampa che annunciavano il protocollo delle tre camere di commercio “patto per il Sud-Est, fatto all’insaputa del consiglio camerale, il quale non è stato nemmeno invitato a partecipare alla cerimonia del protocollo, che ha visto la presenza di Napolitano; nel suo intervento ha ripercorso le dichiarazioni del sindaco Garozzo e dei politici che hanno definito indispensabile tale percorso, insieme alle fasi dell’accorpamento, richiamando la delibera del Consiglio camerale del 21 febbraio composta di dieci pagine più undici di note tecniche, dove sono indicate la sostenibilità, oltre che la necessità dell’accorpamento dei tre territori”.

Romano è poi passato al Decreto ministeriale dell’accorpamento delle tre Camere di commercio, dopo tutti i passaggi amministrativi compresi quello di Unioncamere Sicilia del 25 settembre 2015; inoltre ha posto l’attenzione del consiglio camerale fatto dopo diversi rinvii, in data 31.12. 2015, per l’approvazione del bilancio che chiudeva in pareggio, sebbene la Camera di commercio di Siracusa avesse ottenuto un contributo di un milione di euro da Unioncamere a seguito dell’accorpamento, ed inoltre avesse prelevato 950.000/00 di euro dal fondo Tfr e pensione”.

E ancora Sandro Romano: “Tale condizioni, non solo non si può definire virtuosa, ma è sicuramente una delle peggiori della Sicilia, visto il numero esiguo di dipendenti che è meno di un terzo rispetto alla precedente gestione, ma l’assurdo che si è registrato, in una condizione economica di tale genere, la Camera di Commercio di Siracusa si contraddistingue per essere l’unica d’Italia ad aver revocato, sempre nello stesso consiglio di bilancio, l’aumento del 20% del tributo camerale, rinunciando all’introito di oltre 300.000/00 350.000/00 euro in una condizione economica precaria”.

“Il 16 giugno – continua Romano – viene emanato il decreto assessoriale con l’attribuzione dei seggi alle associazioni di categoria presenti nei due apparentamenti. Il 16 giugno è stato emanato il decreto ministeriale, dove sono indicati i parametri, il numero delle imprese, indice di occupazione, valore aggiunto e diritti annuali per le camere di commercio, indicando non più le singole Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa, ma i parametri generali della Camera di commercio di Catania, Ragusa e Siracusa come camera unica. Il 17 giugno – incalza Romano – lo schieramento degli irriducibili “lobelliani”, in assenza, come sempre del loro presidente che dall’alto muove i fili, deliberano a maggioranza, facendo votare anche telefonicamente, e tentando di fare votare anche chi era assente”.

“Per quanto – dice ancora Romano – riguarda i requisiti, la Camera di commercio di Siracusa non ha autonomia finanziaria sufficiente; è stata gestita in maniera poco virtuosa ed ha un bilancio illusorio, tra i peggiori delle Camere di commercio della Sicilia. Non possiede i numeri delle aziende previste dal decreto, e insieme a Ragusa non possiede i numeri reali previsti dallo stesso decreto; basta pensare che alla Camera di commercio di Siracusa ogni anno tornano indietro circa 4000 bollettini di pagamento di aziende inesistenti che non hanno provveduto ad effettuare la cancellazione dal registro delle imprese”.

“In merito alla scarsa rappresentatività delle associazioni imprenditoriali di Siracusa in seno al nuovo consiglio camerale, anziché lamentarsi questi soggetti, dovrebbero rispondere: Come mai se al Cna sono stati attribuiti due seggi, la stessa Cna non ne attribuisce uno a Siracusa? Come mai Confindustria Siracusa, organizzazione che ha avuto un peso determinate sul porto di Augusta all’Ias e in tanto altro ancora, non ha firmato i documenti dell’apparentamento mentre ne è stato capofila, e comunque non ha indicato nessun siracusano? Come mai l’unione dei consumatori, democraticamente rappresentata da sempre da Luigi Giarratana non ha presentato le “carte”? Come mai la consulta degli ordini professionali di Siracusa, dopo l’incontro avvenuto un sabato mattina di giugno, tra il suo presidente dottor Conigliaro e Ivan Lo Bello e altri hanno deciso di disertare la convocazione del Commissario Dottor Alfio Pagliaro del 17 giugno che prevedeva la nomina di uno dei rappresentanti degli ordini professionali, visto che gli stessi non erano presenti alla riunione a cui erano stati invitati presso la camera di Siracusa”?

“Ora che i giochi sono chiusi – conclude Romano – ed è stata certificata la sconfitta dello schieramento che ha sostenuto Ivan Lo Bello, che facciamo? Torniamo indietro, chiamiamo la politica siracusana e confezioniamo un piano per cambiare le regole della politica che corre e fare dichiarazioni pubbliche e poi in privato cerca di giustificarsi del fatto che anziché fare ciò che è giusto fannos che conviene”?

C.A.

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