Se te lo fossi perso

AMIANTO: RISARCITI I FAMILIARI DI UN SOTTUFFICIALE MORTO PER MESOTELIOMA


Nuova sentenza definitiva contro il Ministero della Difesa: il Tribunale Civile di Roma ha condannato lo Stato a risarcire con circa 400mila euro i familiari di Michele Cannavò, motorista navale della Marina Militare, deceduto a soli 66 anni per un mesotelioma pleurico causato dall’esposizione all’amianto.

A renderlo noto è l’Ona, l’Osservatorio Nazionale Amianto.
Cannavò, originario della provincia di Catania e residente a Siracusa, ha servito lo Stato per 34 anni tra Marina Militare e servizio civile, operando in ambienti contaminati e senza adeguate protezioni.

Durante la sua lunga carriera è stato imbarcato su diverse unità navali, tra cui la Nave Albatros e il MOC 1201, e ha lavorato nell’Arsenale Militare di Augusta. Ovunque, ha respirato fibre di amianto presenti nei motori, nei rivestimenti delle condotte, nei corridoi e persino negli spazi abitativi delle navi.

La diagnosi di mesotelioma è arrivata nel 2019. Due mesi dopo, la morte.
L’Inail ha riconosciuto il nesso causale tra la malattia e le mansioni svolte in ambito civile.

“Finalmente giustizia per la famiglia Cannavò – ha commentato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia – Questo risarcimento non riporterà indietro Michele, ma rappresenta un segnale importante per la tutela delle vittime e per la bonifica dell’amianto da navi e arsenali militari.”

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