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Anci Sicilia denuncia: “Comuni al collasso finanziario”

«Sono ormai alla deriva gli Enti Locali siciliani dal punto di vista finanziario a causa dei mancati trasferimenti di risorse da parte delle Regione e dello Stato, anche per le promesse non mantenute relative agli aiuti e i sostegni per i lunghi lockdown alle fasce di cittadini fragili e alle imprese».

Così il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, denuncia il disagio e le difficoltà degli Enti Locali siciliani di poter procedere all’approvazione dei Bilanci di previsione.

Allo stato attuale gli Enti Locali siciliani devono ancora ricevere per il 2020, il saldo dei 340 milioni del Fondo per le Autonomie, i 115 milioni della Quota Investimenti e i 300 milioni promessi del Fondo Perequativo per i mancati introiti delle imposte locali sospese o cancellate, durante l’emergenza Covid, quale sostegno alle categorie produttive e alle famiglie disagiate. Mentre per il 2021 si attendono ancora le anticipazioni della prima trimestralità nella misura del 60% e la parte della Quota Investimenti.

A ciò si aggiunge il mancato trasferimento del fondo nazionale e il dimezzamento della capacità di riscossione dei tributi, soprattutto di Tari, Imu e suolo pubblico, da parte degli Enti Locali per le ormai ben note difficoltà economiche di famiglie e imprese. A cui si aggiunge il mantenimento in vita del Fondo dei crediti di dubbia esigibilità, che in una situazione di tale difficolta di riscossione cresce sempre di più pesando sui Comuni che sono così impossibilitati ad approvare i propri Bilanci di previsione.

Come se non bastasse, il baratro diventa ancora più profondo con il disastro dei rifiuti, della gestione dell’emergenza Covid e della sanità territoriale, oltre all’irrisolta questione della crisi dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane che ancora oggi non riescono ad avere certezze su competenze e funzioni attribuite loro dalla legge e delle rispettive coperture finanziarie per assolvere a tali compiti. 

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