Andrea Orlando e la rivoluzione nel nuovo Pd: a Siracusa gli fa eco di Turi Raiti
Il Pd verso una lotta intestina senza precedenti. Andrea Orlando attacca direttamente l’avversario ex premier: “Renzi, con la sua ossessione di tornare a Palazzo Chigi, rischia di essere un ostacolo per la ricomposizione di tutto il centrosinistra. Dobbiamo batterci – ha detto Orlando durante il suo tour per l’Italia, così come a Siracusa – perché il Pd non diventi il partito di una persona soltanto. La campagna per le primarie è stata tenuta troppo sotto traccia e questo è stato un errore. Se andranno a votare meno elettori dell’altra volta per il Pd è un segno negativo. Per attirare l’attenzione della gente, occorrono più confronti tra le forze politiche ma per ora non è possibile per indisponibilità di Renzi”.
Orlando nella sua visita a Siracusa ha detto tra l’altro: “Dovevamo essere il partito del nuovo millennio”, invece siamo diventati il partito che replica alle pratiche della democrazia prefascista e siamo divenuti il partito dei notabili. Le condizioni economiche dell’Italia sono difficilissime e una forza politica che vuole sfidare forze populiste deve affermare semplicemente la verità”.
Orlando si è dichiarato contrario alle larghe intese. Per il ministro della Giustizia serve un cambiamento o si sfascia il partito. Per Orlando, “dopo la scissione seguita al referendum perso il 4 dicembre, il Pd deve ritrovare la sua funzione di partito che rimette al centro l’uguaglianza. Noi dobbiamo costruire un vero partito riformista; volevano difendere il bicameralismo perfetto, ma per esprimere un malessere la sommatoria delle correnti rischia di determinare separatezze e questa è una delle cause della crisi del Pd”.
A Siracusa gli fa eco Salvatore Raiti, sostenitore convinto del nuovo corso nel Pd di Orlando: “Dobbiamo difendere il grande progetto del Pd. Non è possibile rimanere inermi ad aspettare che tutto ci crolli addosso mentre si studiano i motivi degli errori del passato. Abbiamo bisogno ora di un colpo d’ala forte e decisa per uscire dal vago e ritornare a essere il partito del popolo. L’impegno deve essere affermato al di là della propria posizione interna, altrimenti il rischio è di lanciare un messaggio negativo all’esterno che rischia di cambiare il significato politico che lo zoccolo duro del partito democratico nel suo insieme rappresenta ancora nella politica italiana”.
C.A.