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Augusta, detenuto aggredisce due agenti di polizia penitenziaria

Due agenti di polizia penitenziaria sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari a causa delle lesioni riportate nell’aggressione subita da un detenuto. L’ennesimo episodio di violenza si è verificato al carcere di Brucoli. Un assistente capo e un assistente intorno alle 8 del mattino hanno eseguito un normale servizio di controllo alle grate delle finestre per verificare se qualcuno le avesse segate. Sono stati attirati dalla preghiera a voce alta che un detenuto nord africano stava recitando.

Al momento di accedere alla cella, però, i due agenti hanno trovato la porta bloccata. Il detenuto, che evocava preghiere di religione cattolica, si era chiuso dentro, bloccando la porta con il laccio delle scarpe. Non appena i due poliziotti sono riusciti a entrare, non si aspettavano la reazione dell’uomo, che li ha aggrediti. L’assistente capo è stato spintonato e con la spalla ha battuto contro il muro della cella, mentre l’assistente ha subito un pugno in pieno volto.

Per fortuna, i due malcapitati, prima di entrare all’interno della cella, ritenendo del tutto anomalo l’atteggiamento del detenuto, hanno allertato altri due loro colleghi. Il loro intervento ha permesso di immobilizzare, anche se a fatica, l’uomo, che era andato in escandescenza.

“Si tratta di un nuovo caso di violenza dopo quello avvenuto la scorsa settimana a Cavadonna – dice Sebastiano Bongiovanni, segretario di Ugl polizia penitenziaria – Siamo d’accordo che occorre favorire l’integrazione dei detenuti per i quali ci sono tanti progetti, ma a noi agenti non ci pensa alcuno. Anche ubn supporto psicologico o dei corsi per comprendere come comportarci in casi simili. Per non parlare del numero risicato di agenti che opera all’interno delle strutture carcerarie”.

Nel carcere di Brucoli, appena il giorno prima si era recato a fare visita l’arcivescovo di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, che ha condiviso con loro il pranzo di Natale.

 

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