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Bullismo e Cyberbullismo, il prof. Pira: “Serve una presa di coscienza”

Successo dell’intervento del professor Francesco Pira, giornalista, sociologo  e docente di Comunicazione all’Universita di Messina, al seminario su Bullismo e Cyberbullismo, che si è tenuto nella sala Fratantonio del convento dei domenicani ad Avola, venerdi  scorso. I lavori (organizzati dall’assessore alle politiche sociali del Comune di Avola, Simona Calderaro, insieme alla sua consulente, Francesca Artale, oltre che dall’Associazione Camino), prevedevano crediti formativi per avvocati e giornalisti. Così, in una sala in cui c’era una nutrita e qualificata rappresentanza delle due categorie, la parte finale dei lavori è stata tutta dedicata alle problematiche deontologiche, ma non solo, che i giornalisti devono affrontare nel narrare “cronache di ordinario bullismo”.

Il professore Pira è intervenuto on line, perchè contemporaneamente impegnato ad Arezzo nella presentazione del suo ultimo libro. Lo ha introdotto il giornalista professionista Giuseppe Cascio, che ha sottolineato la necessità e l’urgenza di effettuare un lavoro di rete per affrontare concretamente bullismo e cyberbullismo. Tutte le forze sane della società civile, infatti, sinergicamente, devono impegnarsi perchè il fenomeno non resti isolato nelle famiglie o relegato nelle scuole. Ciascuno deve fare la propria parte ed i giornalisti, in questa battaglia, possono avere un ruolo di primo piano.

Questa la sintesi dell’intervento di Francesco Pira, elaborato nel comunicato stampa redatto dalla giornalista Melania Sorbera.

“C’è bisogno di una presa di coscienza da parte di tutti i giornalisti. Molto spesso dietro le statistiche che ogni giorno ci vengono comunicate non si pensa alla persona, al ragazzo all’adolescente, ma si pensa tendenzialmente al numero che questo caso rappresenta. E’ un po’ quello che accade in tutte le forme di rappresentazione della violenza da parte dei media e questo, purtroppo, non dipende dai giornalisti o da chi fa giornalismo di qualità, ma dipende soprattutto da altro. Da forme di infotainment che stanno lacerando il rapporto molto stretto tra la capacità di narrare del giornalista e quello che poi invece viene trasferito in maniera molto negativa sui social network”.

“Studi recenti ci hanno fatto capire come i social siano diventati dei luoghi di rappresentazione. Dei posti dove si tende, sempre di più, a vetrinizzare quella che è la vita degli adolescenti. M cosa intendiamo per vetrinizzazione? Intendiamo la possibilità di apparire come gli altri vogliono che noi siamo e non come noi, invece, vogliamo essere. I dati nazionali ci dicono che si registra un caso di bullismo e un caso di cyberbullismo al giorno, con una forbice diversa tra Nord e Sud. Non dimentichiamoci che al Sud si denuncia molto meno”.

“Come affrontare questa nuova emergenza. E’ un’emergenza educativa. Coinvolge i genitori, la famiglia ma anche la società civile.  La mia idea è che il giornalismo di qualità possa vincere. Vince sulle fake news e su qualunque forma di giornalismo povero, depresso, che poi non racconta le cose come le dovrebbe raccontare. Quando di mezzo ci sono questi fenomeni, è necessario che la qualità del giornalista trionfi. La deontologia del giornalismo trionfi. E che soprattutto ci sia rispetto per l’adolescente ed il preadolescente ha compiuto atto di bullismo. Atti che, se narrati male, possono creare anche seri contraccolpi psicologici”.

Questa parte di seminario è stata molto apprezzata dai giornalisti presenti, che hanno chiesto una replica dell’evento, questa volta interamente dedicata al ruolo del giornalista nella battaglia civile contro bullismo e cyberbullismo.

Il professore Pira sarà, comunque, ad Avola venerdì 22 giugno, nell’ambito del programma per le celebrazioni della Giornata Internazionale del Rifugiato. Per l’occasione, il Comune e lo Sprar hanno organizzato una giornata di formazione, con richiesta di accreditamento all’Ordine dei Giornalisti per l’assegnazione di crediti formativi. Il seminario, che verrà aperto dalla relazione di Pira, prevede anche un intervento del giornalista Giuseppe Cascio ed un intervento della presidente nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali, Maria Concetta Storaci.

Nell’ambito della stessa iniziativa, il giorno dopo, sabato 23 giugno, sarà consegnato il premio Tina Amato, tra gli altri, al presidente regionale dell’Unione Nazionale Cronisti (Unci), Leone Zingales, per l’impegno sociale e per l’impegno civile dimostrato dai cronisti siciliani sempre in prima linea sul fronte infuocato della cronaca quotidiana.  Il riconoscimento verrà conferito da Giovanna Raiti, sorella di Salvatore Raiti, il carabiniere avolese ucciso dalla mafia, il 16 giugno del 1982, nella strage della circonvallazione di Palermo.

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