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Carlentini, il consiglio comunale boccia lo statuto Ati

Il Consiglio comunale di Carlentini ha bocciato l’approvazione dello statuto dell’Ati. A Melilli il tema non è ancora arrivato all’esame dell’assise cittadina. Mentre a Palazzolo è tutto bloccato dal ricorso al Tar, con sentenza a dicembre. “Credo che l’intera provincia di Siracusa abbia concesso tempo a sufficienza ai comuni ritardatari. Adesso si proceda con l’affidamento del servizio idrico su base provinciale, come deciso tempo addietro all’unanimità dalla stessa Ati. L’attesa, sin qui, è costata già parecchi milioni di euro a tutti gli altri comuni siracusani perché la provincia di Siracusa non ha potuto partecipare alla divisione delle notevoli risorse del Pnrr per intervenire ed investire sulle reti idriche colabrodo”, l’amaro commento del parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s). 

“Grazie a chi ancora non ha reputato il tema degno di interesse, al punto da bocciarlo o neanche trattarlo, tutta la provincia di Siracusa deve fare i conti con l’assenza di finanziamenti per adeguare le reti idriche vecchie quasi di un secolo, in alcuni casi. Questa terribile mancanza di visione ed unità, espressione di un egoismo da campanile da città stato, è uno dei segnali di arretratezza politico-culturale del territorio”, aggiunge Ficara.”Spero adesso che l’Ati andrà avanti ugualmente ed in tempi rapidi, dopo aver concesso anche i supplementari ai comuni ritardatari. Certo, una gestione a 18 anzichè a 21 non è il massimo. Ognuno dovrà farsi carico delle proprie scelte, posizioni e resistenze. Soprattutto davanti ai cittadini che non sono più disposti a credere alle favolette raccontate da qualche sindaco che butta tutto in caciara e confusione, per coprire i suoi errori. Ci sarebbe da ridere – conclude Paolo Ficara – se simili errori non fossero già costati decine di milioni di euro, persi dalla provincia di Siracusa zavorrata da tre Comuni per i quali l’assemblea dell’Ati, insisto, deciderà in supplenza, affidando il servizio di gestione integrata ad una società pubblica”.

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