CronacaPrimo Piano

Caso Amara e conflitto d’interesse alla Procura di Roma

Il presunto conflitto tra l’attività inquirente di due magistrati con quella professionale dei loro fratelli, entrambi avvocati, con il sempre presente avvocato Piero Amara. Un nuovo filone d’indagine interessa stavolta la Procura di Roma dove si indaga su eventuali conflitti d’interesse che riguarderebbero l’ex procuratore Pignatone, il cui fratello, professore associato di Diritto tributario con studio a Palermo, avrebbe ottenuto nel 2014 un incarico da Piero Amara, poi destinatario della richiesta di arresto della Procura di Roma.

Come riporta oggi il Fatto Quotidiano, il sostituto procuratore di Roma Stefano Rocco Fava ha scritto al Csm per segnalare il comportamento del suo ex capo Giuseppe Pignatone, da poco andato in pensione, che non si è astenuto. Nell’esposto di Fava è citato anche il caso dell’aggiunto Paolo Ielo, tuttora a capo del pool reati amministrativi della Capitale. Domenico Ielo, titolare di un suo studio associato con sede a Milano, ha fatto legittimamente il consulente per l’Eni, società che a sua volta è finita nel mirino della Procura perché i pm hanno scoperto pagamenti per decine di milioni da Eni a una società di nome Napag. Secondo il pm Fava quella società sarebbe stata riferibile allo stesso Amara. Il titolare di Napag e Amara negano. All’esposto sono allegate le carte provenienti da altre indagini di Siracusa, che documentano i rapporti del fratello minore di Pignatone. In testa c’è la lista dei testimoni depositata nell’ottobre del 2014 dall’avvocato Mangione che difendeva Amara a Siracusa per una storia di false fatture. Tra i testi a difesa spicca il “prof. avv. Roberto Pignatone affinché riferisca nella qualità di consulente tecnico di parte sulla relazione tecnica fiscale dallo stesso redatta”. Fava riteneva che la storia racciontata da Amara non fosse finita lì. E lo aveva puntato di nuovo Amara per i suoi presunti affari con la Napag ma Pignatone, confortato da Ielo e da altri aggiunti, avrebbe stoppato il sostituto prima negando il suo assenso alle richieste e poi togliendogli il fascicolo, finito poi per un filone importante a Milano. Domenico Ielo replica: “Assisto Eni dal 1999, quando lavoravo in un altro studio. Dal 2008 ho redatto decine di pareri per Eni e non ho mai conosciuto l’avvocato Amara”.

C.A.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *