L'OpinionePrimo Piano

Caso Open Land e le due possibili diverse sentenze

Il processo sulla vicenda giudiziaria dell’Open Land continua a macinare velocemente udienze e si protrae ormai dal lontano 30 settembre del 2009, quando l’amministratore unico, Rita Frontino, presentò una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa, in cui dichiarava le pressioni subite per il rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione di un centro commerciale nei terreni della vecchia “Fiera del Sud”; poi l’indagine e la formalizzazione dell’accusa di cinque persone coinvolte a vario titolo da parte del titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Maurizio Musco. Nel mirino degli inquirenti il responsabile pro tempore dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Siracusa, Ing. Natale Borgione, finito ai domiciliari con l’accusa di concussione, occultamento di atti d’ufficio e l’abuso d’ufficio aggravato, insieme all’Ing. Vincenzo Trigilia, il Geom. Raffaele Gallo, e con l’aggiunta altri due dipendenti del comune capoluogo che avrebbero secondo l’accusa contribuito alla falsificazione di un verbale della Commissione Urbanistica.

Il processo iniziò con il rito abbreviato su richiesta dell’Ing. Borgione, del Geom. Gallo, dall’Ing. Trigilia e dal dipendente comunale Emanuele Serra, e per Corrado Gianna rimase in essere il rito ordinario; la famiglia Frontino si costituì subito parte civile contro tutti gli imputati.

Dopo una serie di vicissitudini riportati ampiamente dalla cronaca, durante le fasi finali del processo, nella loro requisitoria i pubblici ministeri, Andrea Palmieri e Tommaso Pagano, hanno richiesto un verdetto di assoluzione per tutti gli imputati, sostenendo che i fatti contestati non costituiscono reato. Un’inaspettata richiesta che sollevò non poche perplessità e a più livelli e che prendeva, nei fatti pratici, le distanze dal collega Maurizio Musco, primo titolare dell’inchiesta che aveva invece ottenuto dal GIP Giuseppina Storaci la misura cautelare degli arresti domiciliari per l’Ing. Natale Borgione; stessa cosa fu condivisa dal Tribunale del Riesame, che pur annullando la misura cautelare dei domiciliari, aveva ritenuto sussistenti tutti i reati contestati.

Un tira e molla giudiziario lungo e capzioso, che ha fatto la pariglia penale-civile, camminando parallelamente e che è transitato nei tempi lenti della giustizia dal TAR al CGA; quest’ultimo in merito ha così deciso in Palermo nella camera di consiglio del giorno 18 giugno 2014 con l’intervento dei magistrati, Raffaele Maria De Lipsis, Presidente Antonino Anastasi, Consigliere, Estensore Silvia La Guardia, Consigliere Giuseppe Mineo, Consigliere Alessandro Corbino, Consigliere, in merito al ricorso per ottemperanza presentato dall’Open Land Srl, di “respingere il ricorso incidentale del Comune di Siracusa e dichiara nulla la determina dirigenziale del 2013”; determina, per la cronaca, firmata a suo tempo dall’Ing. Fortunato, dirigente pro tempore dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Siracusa. I giudici del CGA hanno, sostanzialmente, respinto in parte il ricorso dell’Open Land Srl, non accettando per buono la somma quantificata dall’Open Land Srl di circa 36 milioni di euro, stabilendo quali sono le voci incerte del danno subito e che i legali di Open Land avevano inserito nella richiesta del risarcimento. Cifra vantata che dovrà ora essere rimodulata di circa un terzo dell’ammontare vicino ai 37 milioni di euro, e dovrà essere il CTU nominato dallo stesso CGA, il commercialista Salvatore Pace, già più volte consulente della Procura della Repubblica di Siracusa, a dipanare alcuni quesiti indicati nella medesima sentenza del CGA; le parti in tal senso potranno controllare e analizzare attraverso i propri consulenti entro il termine di quindici giorni dal primo aprile prossimo, tutte le annotazioni del CTU, ma entro il 15 maggio prossimo il perito incaricato dalla Procura dovrà depositare ai giudici del CGA la relazione con i conteggi dedotti per formalizzare e quantificare il risarcimento del danno a favore dell’Open Land. L’ultima udienza per la discussione finale in Camera di Consiglio dei giudici del CGA è fissata per il prossimo 18 giugno. Una cosa è certa: il comune di Siracusa dovrà, in un modo o nell’altro, risarcire l’Open Land; ma gli effetti pratici, dopo la richiesta di assoluzione degli imputati da parte della pubblica accusa, la vicenda giudiziaria denominata “Open Land”, potrebbe avere due sentenze diametralmente opposte: il percorso penale con l’assoluzione degli imputati e quello civile, invece, con il pagamento dei danni subiti all’Open Land. Infatti, le due questioni devono camminare, per condizione dettata dai due diversi codici di legge e dalla giurisprudenza di merito senza interferenze di sorta (fatto più volte sancito dalla Cassazione), e su due binari diversi.

Concetto Alota

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *