L'Opinione

Una “città della salute” all’ex Onp di contrada Pizzuta

Il Coordinatore Forum Sanità, Dario Genovese, e il segretario  provinciale del PD di Siracusa Alessio Lo Giudice, intervengono nel dibattito relativo alla costruzione del nuovo ospedale di Siracusa.

I profondi mutamenti del sistema sanitario nazionale, in applicazione delle riforme adottate, debbono trovare una traduzione ed una declinazione coerente con i bisogni di salute espressi dalle persone. Il nuovo modello strutturale, organizzativo e funzionale delle strutture sanitarie locali deve dunque essere ridefinito e rimodulato sulla scorta delle specificità territoriali; dei dati epidemiologici; delle realtà e specialità consolidate presenti; dell’esigenza di fornire pari opportunità di cura ed assistenza a ciascuna persona assistita.

Il decreto 2 aprile 2015, numero 70, entrato in vigore il diciannove giugno del 2015, e recepito dalla Regione Siciliana, stabilisce, in modo puntuale, le modalità progettuali del nuovo sistema sanitario, e costituisce una sorta di manuale per la elaborazione del nuovo modello sanitario. L’ormai accettato e consolidato principio, secondo il quale il diritto alle prestazioni sanitarie va inteso come un diritto “finanziariamente condizionato”, impone una forte assunzione di responsabilità in ordine alla scelte adottate dalle Regioni e dalle aziende sanitarie.

I limiti imposti dalle risorse finanziarie destinate al servizio sanitario consentiranno, esclusivamente, di sostenere le strutture e le diverse tipologie di prestazioni espressamente indicate nel decreto. Ogni altra scelta estensiva dovrà fare riferimento alla sostenibilità finanziaria sia delle regioni sia delle singole aziende sanitarie. Con la ridefinizione degli standard strutturali, tecnologici, qualitativi e quantitativi dell’assistenza ospedaliera si prefigura quindi uno scenario radicalmente mutato rispetto a quello cui si è abituati. In questo contesto si inserisce il tema della costruzione del nuovo Ospedale dell’ASP di Siracusa, in sostituzione dell’ormai inadeguato Umberto I.

La sesta Commissione per gli affari sociali dell’Assemblea Regionale Siciliana confermava, nella seduta tenutasi a Siracusa nel marzo 2014, la volontà di mantenere il finanziamento dell’opera e sollecitava l’amministrazione comunale a decidere, una volta per tutte, l’area sulla quale realizzare la nuova costruzione. Al riguardo, le diverse opzioni non possono che trarre spunto dalla valutazione dei beni patrimoniali di proprietà dell’Azienda sanitaria provinciale, innanzitutto, e dalle aree di proprietà del Comune di Siracusa. L’area dell’ex Ospedale neuropsichiatrico, con la sua destinazione e vocazione ai servizi sanitari, deve essere considerata quale scelta prioritaria non solo per il notevole risparmio costituito dal mancato acquisto di nuovi terreni, ma anche per il risparmio in termini di consumo del suolo e per il recupero di un patrimonio di edilizia ospedaliera di grande rilievo urbanistico, storico, ed architettonico.

Sulla stima dell’estensione delle superfici necessarie possono influire valutazioni che, tendenzialmente, potrebbero orientare verso altre scelte indirizzate su aree di proprietà privata, comportando però il maggior costo dell’opera; come pure si possono trovare formule progettuali che, partendo dalla presenza di strutture già edificate, come nel caso dell’ex Ospedale neuropsichiatrico, consentano la valorizzazione dell’area e l’integrazione con il preesistente, opportunamente riconvertito ed attrezzato.

La nuova struttura ospedaliera, quanto a dotazione di posti letto per acuti e per la lungodegenza, secondo la nuova classificazione degli ospedali, si configurerebbe quale presidio ospedaliero di grandi dimensioni dell’Azienda Sanitaria Provinciale o di secondo livello mantenendo le unità operative di chirurgia vascolare, di rianimazione pediatrica e neonatale, di medicina nucleare, di cardiologia con emodinamica interventistica, di endoscopia digestiva. I volumi necessari, pertanto, risultano compatibili con i limiti edificativi imposti dalla normativa sulle aree ad elevata vulnerabilità sismica.

La realizzazione della “Città della Salute” nell’area dell’ex Ospedale Neuropsichiatrico agevolerebbe inoltre l’accessibilità da parte dell’utenza e la fruizione di tutte le prestazioni concentrate in un’unica area, eliminando i disagi che la dispersione territoriale comporta. Il moderno ospedale non è solamente un luogo di ricovero dove si ricevono le prestazioni e le cure mediche, bensì un complesso di servizi e di aree attrezzate per il soggiorno delle persone assistite e l’accoglienza ai familiari ed ai portatori di aiuto e cure. Il coinvolgimento degli Ordini professionali, delle associazioni del settore sanitario, delle organizzazioni dei lavoratori e dipendenti, nella scelta del sito e della tipologia dell’opera, rappresenterebbe infine un valore aggiunto per la realizzazione del nuovo ospedale, consentendo un arricchimento delle idee e della proposta, nonché la mobilitazione di tutte le migliori energie e competenze professionali.

 

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