Crisi polo industriale siracusano, ArticoloUno: “Intervenga il ministro Giorgetti”
“Il futuro della zona industriale di Siracusa senza novità importanti da incerto rischia di passare a sicura morte”. Lo dichiarano Zappulla e Landro rispettivamente segretario regionale e provinciale di Articolo Uno, i quali si rivolgono al governo regionale “e a quanti si erano illusi che l’intesa per il riconoscimento dell’area di crisi complessa potesse rappresentare la soluzione ai problemi gravi e dirimenti che attraversano gran parte delle attività industriale”.
Il processo della riconversione sostenibile e della transizione energetica in un’area con alcune strategiche raffinerie non si realizza solo con l’area di crisi né inseguendo risorse del Pnrr di cui si conoscono già i criteri selettivi ma pretendendo dal Governo Regionale e da quello Centrale che si apra un tavolo nazionale con le Imprese e le forze sociali per selezionare i progetti concreti e individuare le fonti per cofinanziare la realizzare dei progetti”.
Per realizzare la riconversione ambientale e produttiva ci vogliono progetti concreti e con tempi certi di realizzazione, urgono tante risorse private delle grandi Imprese ma anche ingenti fondi pubblici e al Governo il compito comunque di individuarle e metterle a disposizione. Basta furbizie, quindi, e tentativi di scaricarsi dalle proprie responsabilità come fa il Governo Regionale che continua a brillare per l’assenza di un barlume di politica industriale e ambientale e pretendere, invece, che il Ministro Giorgetti a nome del Governo nazionale apra un tavolo urgente di confronto sul futuro ambientale, produttivo e occupazionale dell’area siracusana”.
La spada di Damocle pende su 8.500 lavoratori del polo petrolchimico siracusano, e per tale motivo, secondo l’imprenditore Gaetano Cutrufo, vicino al partito democratico, “proporre l’area di crisi industriale complessa diventa l’unica strada, per problemi che esistono da anni: anche prima, ma sicuramente in quelli in cui Musumeci è stato eletto”.