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De Benedictis: “Centro congressi? Meglio una rete di contenitori”

Rimanere tra le mura del centro storico o puntare tutto su un centro congressi decentrato? Il dibattito, innescato ad inizio settimana dal presidente della Camera di commercio del Sud-Est,  Pietro Agen, si allarga a macchia d’olio, coinvolgendo anche chi, nel recente passato, ha affrontato l’argomento dei contenitori culturali presenti in Ortigia. È il caso dell’ex parlamentare regionale Roberto De Benedictis, che sei anni ha studiato con un gruppo di tecnici, la possibilità di connettere in rete i più importanti contenitori in modo da ricavare un centro congressi senza investire grandi risorse pubbliche e che sia confacente con le reali dimensioni della città 

“Ammesso che il centro congressi da 4mila posti sia qualcosa di più simile a un progetto che a una chiacchierata tra amici – dice De Benedictis – ovvero che esista un fondamento tecnico ed economico per parlarne, io non saprei dire se l’opera sia sostenibile. Non soltanto, cioè, quanto costerebbe realizzarla, ma quanto costerebbe la sua gestione, la sua manutenzione, quanti giorni l’anno verrebbe usata. So che una struttura congressistica potrebbe aiutarci ad allungare la nostra stagione turistica ma che ne parliamo da decenni (alla fine degli anni ’90 il prof. Gabrielli l’inserì nel piano regolatore generale, nell’area del porto grande, ma il consiglio Comunale bocciò la proposta). E che senza dubbio la sala congressi prevista nell’ex cinema Verga deve essere portata a termine, dopo le ingenti somme spese a partire dal primo progetto finanziato dalla Provincia, approvato nel 1997 (amministrazione Cavallaro)”. 

De Benedictis, che conosce molto bene il territorio siracusano per essere stato assessore, avanza una proposta, non alternativa ma assai praticabile e utile. “Nel 2014 – dice l’ex deputato del partito democratico – con l’aiuto di alcuni giovani professionisti, facemmo un censimento dei posti a sedere nelle sale convegni attualmente esistenti e attive in Ortigia scoprendo che quelle regolarmente usate erano 11, per un totale di 1.300 posti a sedere; altre 8 erano usate ma richiedevano adeguamenti, per un totale di ulteriori 1.100 posti; e 5 erano in corso di ristrutturazione e avrebbero fornito altri 2.120 posti. Per dare un’idea, l’Antico Mercato figurava nel secondo gruppo, il Teatro Comunale nel terzo. Insieme si dimostrava una capienza potenziale di 4.570 posti, ma il dato più interessante era quello relativo al primo gruppo, che da soli forniva 1.300 posti, già attivi. Ne nacque la proposta di collegarli in rete in modo da poterli utilizzare contemporaneamente attraverso internet e maxischermi, o separatamente nel caso di differenti sessioni di lavoro. Il progetto avrebbe avuto costi modesti e caratteristiche che lo rendevano facilmente finanziabile”.  

Quel progetto fu sottoposto al vaglio della Camera di Commercio e valutato con interesse dal Sicilia Convention Bureau, società partecipata da Unicredit e che fino al 2019 ha promosso nell’isola oltre 600 eventi nel comparto turistico-congressuale. “Non ebbe seguito – riprende De Benedictis – per la crisi che da lì a poco investì la nostra Camera di Commercio e per la mancanza d’interesse da parte dell’Amministrazione Comunale. Oggi può essere ripresa. Ovviamente, non per tutti i tipi di convegni, ma per molti di essi, sì. D’altronde, tornare a incontrarci sarà bellissimo, ma l’esperienza del Covid ci ha insegnato definitivamente ad usare anche la comunicazione a distanza”.  

“Di contro – prosegue De Benedictis – un centro congressi “diffuso” in Ortigia, come quello che si propone, affascinerebbe i visitatori con l’insieme delle sue piazze e i luoghi d’incontro esistenti, con le sue architetture e quelle caratteristiche di accoglienza e bellezza che le strutture congressistiche appositamente costruite si sforzano di riprodurre artificialmente al proprio interno, per l’accoglienza dei partecipanti. E verrebbero utilizzati i servizi, naturalmente già presenti in Ortigia in modo diffuso – hotels, B&B, ristoranti, bar, negozi – con evidente risparmio di costi per la gestione del convegno, gradimento degli ospiti e vantaggi per l’economia locale.  Senza contare il fatto che tutte le strutture esistono già e non bisogna costruire nulla. Una proposta, insomma, prêt-à-porter”. 

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