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Droga in Ortigia anche ai turisti: sette condanne

Sette siracusani, coinvolti, a vario titolo, nell’operazione antidroga denominata “Posto fisso”, portata a termine dai carabinieri di Ortigia il 15 giugno dello scorso anno, sono stati condannati a conclusione del processo che si è celebrato con il rito abbreviato. Il gup del tribunale Francesco Alligo, ha emesso in serata la sentenza con cui ha condannato Andra Aliano alla pena di 6 anni di reclusione e 24mila euro di multa; Francesco Mauceri a 5 anni di reclusione e 22mila euro di multa; Alessio Iacono e Federico Diana alla pena di 4 anni e 4 mesi ciascuno e 20mila euro di multa; Michele Amenta a 5 anni di reclusione e 16 mila euro di multa; Salvatore Grande a 2 anni e 4 mesi di reclusione e 6 mila euro di multa; Francesco Gallitto a 2 anni  di reclusione e 6 mila euro di multa.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo ortigiano si era organizzato in turni di lavoro in modo tale da coprire l’intero arco della giornata per fornire gli stupefacenti. Fra i loro clienti, anche i turisti in visita alla nostra città. 2.642 le cessioni di stupefacente registrate nel giro di poco più di un anno dai carabinieri che hanno monitorato il rione della Giudecca.

L’indagine, scattata nell’ottobre del 2018, è stata coordinata dai pm Andrea Palmieri e Carlo Enea Parodi.La piazza di spaccio è stata individuata nel rione della Giudecca e, più precisamente tra la via Alagona e il Vicolo dell’ulivo. Secondo quanto riscontrato dagli investigatori, attraverso appostamenti, intercettazioni e, soprattutto, di una microcamera installata nell’androne di un palazzo, i sette condannati si davano il cambio come se avessero un impiego a tempo indeterminato (da cui il nome dell’indagine “Posto Fisso”). In un’intercettazione, si comprende quale fosse il ruolo di ognuno: colui che temporaneamente sostituisce l’altro per consentirgli di andare a fare una breve commissione, evidenzia che quello non è il proprio “turno”, poiché lui deve lavorare nel corso della serata.

La piazza di spaccio apriva i battenti verso le 11 del mattino e rimaneva operativa sino alle 4 del giorno successivo, sette giorni su sette. Gli spacciatori si avvalevano anche di vedette, per rilevare la presenza delle forze dell’ordine. Al cambio del turno, le confezioni di stupefacente erano celate in anfratti dei muri delle abitazioni, sopra gli stipiti delle porte delle case abbandonate e all’interno di uno scooter.

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