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Elezioni amministrative: Reale eletto dal popolo, vittima tra nepotismo e tradimenti

L’OPINIONE

L’onore in politica si posa dove l’uomo rimane fedele ai suoi principi di onestà e serietà. Al mancare di ciò, diventa una condanna per la nostra società che si scopre così inquinata. Tuttavia, siamo noi, il popolo, che lo facciamo diventare un fatto normale, eludendo l’onore, i valori della vita degli uomini sani, liberi e onesti.

Nella moderna società in cui viviamo impera la falsa politica mentre si nega l’esistenza della verità incontrovertibile, succede a Siracusa che il raggruppamento politico di centrodestra, capitanato da Ezechia Poalo Reale, vince il primo round delle elezioni amministrative. È un dato, un fatto. Ma il gioco al massacro, dettato da una legge elettorale capestro, non fa giustizia. E se in un primo momento esultava il centrodestra, segno che non aveva fatto bene i conti che insistevano inganni e tradimenti, tale siffatta condizione nel ballottaggio si materializza come un dramma. Dopo il sorpasso di Francesco Italia e i gruppi a macchia di leopardo che lo avevano sostenuto, diventa il sindaco di Siracusa, ma non aveva la maggioranza in Consiglio. Il rischio del ribaltamento della volontà popolare era già nell’aria. È la conferma dei “traccheggi” scientificamente studiati a tavolino in cui ricompaiono i vecchi volponi; gli uomini “antichi” della politica dell’inciucio applicando ancora una volta la regola del vecchio nepotismo, riuscendo a piazzare parenti e amici di vecchie cordate in comode poltrone, ma non sappiano ancora cosa ci riserva il futuro.

Si entra nella diaspora intervenuta e si capisce chiaramente che i 5stelle e i vecchi “ballerini” della politica siracusana erano pronti a rinfoltire le truppe di Italia & Company, con i fuoriusciti del centrodestra. Non esultano per niente del tradimento i consiglieri comunali rimasti fedeli al voto del popolo sovrano. Già, della cittadinanza che aveva scelto i consiglieri comunali. Unica regola per mettere insieme una maggioranza raccogliticcia in Consiglio e gongolare tutti insiemi appassionatamente gli consente un ingresso nel paradiso della politica. Ma il popolo è stato semplicemente, come da copione, ancora una volta, tradito, con la conclusione, di fatto, che non è per niente sovrano, com’è invece sancito dalla Carta Costituzionale.

Concetto Alota

 

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