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Elezioni, il giorno dei “bisonti impazziti”: alla fine i 5Stelle non faranno alleanze per non perdere la “verginità”?

Dai politici siamo abituati a sentirci raccontare di tutto e l’esatto contrario. Ancor di più durante una competizione elettorale, che diventa il momento in cui per il consenso tutto è ammesso e concesso. Le rivoluzioni a volte nascono senza un valido progetto. Il 4 marzo è stato il giorno dei “bisonti impazziti”; al solo gridare al lupo al lupo, gli italiani hanno iniziato a correre all’impazzata verso i seggi elettorali con la matita in mano seguendo il chiodo fisso del gruppo dei cinque stelle messi insieme dalla sola propaganda verso la giusta protesta. Senza sapere ancora in quale nave si sono imbarcati per tentare di fuggire dalla grande confusione messa in moto dai volponi della politica, in primis Berlusconi e Renzi con quell’amore-odio, mai chiarito del tutto, e che ora piangono per aver promesso i sogni impossibili agli italiani, accorgendosi a proprie spese che questo popolo alla fine non è proprio scemo. Pagano a caro prezzo lo scotto di aver creato una legge elettorale fatta su misura contro i 5Stelle, che alla fine hanno vinto ma solamente la prima tappa del lungo e tortuoso nuovo giro d‘Italia politico. La lunga corsa è appena cominciata in una strada pianeggiante, ma si trasformerà presto in dure tappe in salita per le montagne insidiose e non potranno, alla fine, governare. Semplicemente perché il Movimento di Grillo non potrà fare alleanze con nessuno. Il rischio è davvero grosso: perdere la verginità da sempre dichiarata. Staranno dunque all’opposizione, senza responsabilità alcuna. E da lì potranno continuare ad attaccare qualsiasi governo che tenterà di fare qualcosa per risollevare questa mal ridotta Italia, carica di debiti e in preda alla follia, dove l’ordine pubblico abbandonato ha fatto vincere la Lega di Salvini che ora cavalca a tigre della vittoria, superando il grande leader, l’onnipotente Silvio Berlusconi.

Il futuro esecutivo, qualsiasi, sarà certo frutto di un’azione di un governo che sarà molto complessa e piena di compromessi, che non daranno appagamento alla maggioranza dei cittadini delusi. L’avanzare dei Grillini è stato il naturale retrocedere dei politici che si ritrovano tutti su un punto d’arrivo fermo dal quale non si sono mai mossi, ingabbiati dalla corruzione del sistema a mosaico. E non serve aggiungere che il prezzo di tutto questo è stato quello di un Paese sotto la falsa tutela giudiziaria, specie la Sicilia e in particolare il territorio siracusano assediato dalla corruzione e da una politica assente e sorda che nei giorni scorsi ha presentato il conto salato del fallimento. Della speranza di cui ormai si parla come di una trappola, per dirla alla Monicelli: “La speranza è solamente una trappola inventata dai padroni”, che ritorna d’attualità. Ma siamo davvero senza la speranza, come ha spiegato Pier Paolo Pasolini anni or sono e nell’epoca d’Internet ritenuta attuale? Secondo Pasolini, la speranza è una trappola, usata dal potente di turno politico e religioso per ingabbiare i poveretti, con promesse di futuro benessere o di paradisiaci aldilà. Non c’è alcuna speranza di riscatto per il Paese. Il vero problema non è tanto la classe politica, che è una minoranza ma questa generazione che manda giù tutto senza protestare, cullandosi sulle promesse. È tutta una generazione che va cambiata, anzi rigenerata con urgenza. L’attuale generazione ha protestato fortemente, ma di primo acchito è stato ancora una volta inutile; è l’eterno gioco delle parti e del bisogno che obbliga la legge e le regole della società moderna, ormai liquida, senza valori solidi e culturali.

Concetto Alota

 

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