Elezioni. In politica quella pericolosa è l’ultima settimana tra “pupari”, calunnie, diffamazioni, posti di lavoro, sussidi, pensioni e loculi al cimitero
La lotta politica per le regionali incalza ogni giorno senza esclusioni di colpi. Nello sport automobilistico l’ultima curva è quella decisiva; in politica invece quella pericolosa è l’ultima settimana. E se in politica, così come nella vita di tutti i giorni, il fine giustifica i mezzi, i giochi di potere sono un concentrato di pura malvagità annotata alla peggiore specie degli uomini che si aggregano alla politica, un tempo nobile ma ora senza valori: vale a dire i politicanti, dove le carte sono in mano alle lobby dei voti all’interno dei partiti che si organizzano in un turbinio di colpi bassi e di subdole macchinazioni. Un ritmo, sempre più incalzante, alimentato da conversi sbarratissimi, dove la contraffazione si trasforma in strumenti calunniosi e diffamatori che riproducono una realtà che disorienta e confonde gli elettori, attenti ogni giorno a non farsi inghiottire da menzogne dei candidati disposti a fare un patto col diavolo pur di sconfiggere l’avversario. Un dire e non dire. Inutile votare Tizio perché non c’è la può fare. Voto sprecato. Un rivoltarsi nella calunnia ad ogni costo, o come dire: sarà arrestato, neanche il tempo di sedersi e lo porteranno in carcere. E via così ogni inventata calunnia o diffamazione pur di colpire con il metodo del passa parola. Anche un manifestino funebre può servire per l’occasione.
C’è poi lo scambio del voto per soldi o per carriera, o al meglio promettere ci sono ancora le migliaia di posti di lavoro, tante mansioni da sciorinare velocemente, zona industriale, spazzatura, acque, cooperative, posti alla Regione, nei forestali e tutto il resto, come tanti venditori di tappeti, ma solo, ovviamente, dopo che sarà eletto il vecchio o nuovo onorevole che sia. E poi sussidi e contributi per le associazioni, ma anche tante belle pensioni, una qualsiasi va bene per tutti. Buoni di benzina senza limiti. Obbligatori pranzi e cene a volontà e l’immancabile pacco viveri, oltre alla compravendita del voto dell’ultima ora porta a porta. E perché no, anche un bel loculo al cimitero per la sistemazione dopo la dipartita?
Arrivisti e manipolatori, che incarnano così il ruolo del regista, per indirizzare il destino dei vinti di ogni avversario, convinti che le conseguenze delle proprie azioni, efficaci o distruttive che siano, facciano parte di un gioco al massacro dell’elettore bisognoso.
Un combattimento di dubbia onestà, dove chi assiste è appagato da un’avvincente trama e dai continui colpi di scena con pugnalate ben assestate. Chiudendo un occhio sul finale al limite del credibile, dove tutto si rivela come un giallo politico ben studiato e di grande attrazione per un pubblico che partecipa ad ogni riunione, di destra o di sinistra che sia non importa, basta essere presente, salvo scoprire poi sui Social che ad essere fotografati sono sempre gli stessi multicolori seguaci, magari con l’abito cambiato.
Ma le speranze dei candidati sono riposte sui “pupari”, che già all’appuntamento con il predestinato di turno hanno il risultato a portata di mano. Fogli e anagrammi che sbattono in faccia allo speranzoso malcapitato presentatosi per comprare il pacchetto di voti adatto a lui a buon prezzo, zona per zona, come in un borsino, con numeri e preferenze già acquisite, realizzando già il risultato del dopo voto del 5 novembre, con la cabala anzi preparata e parlando già di alleanze, maggioranza formata e incarichi di sottogoverno compreso. Niente paura. È stato sempre così da decenni ma ora ahinoi tutto è fortemente peggiorato e la truffa è assicurata sia al popolo sia al candidato.
Concetto Alota