L'OpinionePoliticaPrimo Piano

Elezioni regionali. Claudio Fava, il federatore della Sinistra con la forma mentis del vincitore

L’opinione 

Claudio Fava guiderà l’alleanza con Mdp, SI e Prc, compresa l’entrata nella squadra di Verdi e comitati e associazioni sparsi nell’arcobaleno della politica sociale in una Sicilia in cerca di riscatto, con un proposito, secondo alcuni analisti, al rialzo di consensi per un buon 15% iniziale, mentre non è possibile calcolare la percentuale dettata dalla rinascita della Sinistra e dal rientro dei tanti delusi da un Pd confuso che ha virato pericolosamente a destra, sia nella pratica, sia nell’enunciazione anti popolare con proclami ormai entrati nella retorica quotidiana, mentre il popolo è affamato da tasse e debito. Fava è oggi, in pratica, il federatore-leader della Sinistra con la forma mentis del vincitore, al comando di uno staff di certo vincente sulle mozioni di ordine culturale, ma anche sulla buona e leale politica che non c’è più da troppo tempo. Fava, di fatto, è il candidato della sinistra unita alle elezioni regionali in Sicilia. Una ritrovata unità e una rivoluzione con la bandiera dell’onestà che rappresenta comunque un passo avanti e una garanzia di base, nelle attuali condizioni della Sicilia disastrata da un Pd alleato con Crocetta & Company che ha rotto il vaso dorato di una Sicilia delusa, con il pericolo che i rimasugli delle strane alleanze in un miscuglio d’ideologie confuse e lotte intestine frantumano ogni cosa, dove ormai tutto è distrutto.

In realtà è una condizione indispensabile. Ma la modernità, insieme con la parcellizzazione dell’intero universo politico-culturale nella Sicilia delle malefatte, aveva superato la concezione della politica come scontro tra Bene e Male, usando lo strumento di acidificazione dei conflitti. Oggi si rischia una neutralizzazione della politica. Il sistema Pd-Crocetta & Company è additato all’unisono come unico colpevole, completamente fuori dalla realtà politico-culturale della Sicilia di valori, definitivamente perduto.

Non si sta meglio a destra; anzi per certi aspetti è peggiore di sempre. Si tratta di uno schema che cancella le responsabilità di corrotti e corruttori, per l’incapacità dichiarata di partiti storici che non hanno reagito all’ondata di corruzione che ha sommerso il passato scomodo, dopo aver sradicato il sistema democratico italiano in tutti gli aspetti rappresentativi che la democrazia popolare pretende, comprese le speranze nel governo del popolo, la fiducia nelle sue capacità di distinguere e di graduare i giudizi, che dovrebbe essere il compito di chi fa politica per non essere a sua volta prigionieri dei compromessi.

Vi è poi, nelle destre e nel Pd e i suoi cespugli multicolori, l’accanimento terapeutico verso i meno abbienti, i pensionati, le famiglie numerose, per assistere alla dominazione delle caste del potere politico-economico, delle banche, delle lobby delle industrie dei medicinali, della chimica e della raffinazione, per arricchirsi in danno della povera gente, del popolo, solo a parole, Sovrano.

Concetto Alota

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *