L'OpinionePoliticaPrimo Piano

Europee: fuga dalla vittoria e dal disastro a 5Stelle e la fine di Forza Italia

È la fine della rivoluzione politica annunciata a suo tempo da Peppe Grillo. I risultati elettorali delle Europee parlano chiaramente di una fuga in massa “dalla vittoria”. Il M5Stelle e Forza Italia costretti a pagare lo scotto della propria presunzione anche se in momenti dissimili della propria storia politica. Gli effetti del reddito di cittadinanza e dei derivati d’ordine economico sul consenso dei 5Stelle sono stati, alla fine della corsa, una sconfitta, anzi una disfatta. I pensionati hanno bocciato il consenso delle passate elezioni. Un linguaggio spropositato, spocchioso, finalizzato al solo effetto sonoro da parte di chi dovrebbe governare nella parità dei diritti e dei doveri democratici. Non si può parlare di “parassiti sociali” e spillar loro una parte di reddito, anche se piccola, per finanziare altre cose già regolate dalla Costituzione, come i diritti di chi ha lavorato una vita per ricevere la giusta pensione meritata in base ai sacrifici patiti. I5Stelle hanno ottenuto più consensi laddove ci sono più domande di reddito di cittadinanza; e questo si riscontra senza entrare nel merito di numeri, di calcoli, di giustificazioni, di residui attivi e passivi, dei conti e dei miracoli impossibili annunciati, così come nelle accuse a chi c’era ieri e di tutto il campionario della circostanza politica mistificata dai numeri di una regola di economia improvvisata.

Rimane in fondo qualche dubbio, molto elementare, che per l’anoressia comunicativa dei portavoce improvvisati non riesce a scomporsi dal giocare a fare gli statisti. Una raffigurazione, chiara e netta, del vecchio clientelismo, nello stile misto tra il Partito comunista e la Democrazia Cristiana, con la differenza che quel sistema creava posti di lavoro, se vi pare clientelismo, ma non assistenzialismo camuffato dal voto in cambio di una qualche paghetta a carico della collettività italiana. Questa sorta di meridionalizzazione del M5s si è rivelata una perdita netta di buoni punti percentuali abbandonando sul campo oltre 6 milioni di voti. Una riduzione omogenea della perdita di consenso che oscilla fra 13 e 17 punti nelle cinque circoscrizioni e le diverse province con un calo vistoso in punti percentuali che si arresta in parte solo nel mezzogiorno. Insomma, il M5stelle resiste solo laddove ci sono più domande accettate di sussidi, di “assistenzialismo”, anche se ben dissimulato da altro e più nobile provvedimento.

L’altra sconfitta sonora è per Forza Italia, anche alla presenza della mossa tattica di Berlusconi per cercare di salvare il partito-movimento dalla fuga di pezzi importanti. Sono stati tanti i forzisti che hanno abbandonato la propria presenza nel movimento di Berlusconi e quelli che si stanno allontanando verso altri approdi politici, come la Lega e Fratelli d’Italia; l’esempio principe a Siracusa con il Caso del sindaco di Avola Luca Cannata che porta in dote a Fratelli d’Italia 20mila voti.

Radio Fante riporta che i motivi della fuga sono, almeno in Sicilia, la stantia condizione che a “girare” da decenni sono sempre gli stessi vecchi nomi e cognomi, senza alcuna possibilità di spazio per i giovani. Una gestione personalizzata sia politica sia elettorale improntata sul potere individuale di pochi intimi in un movimento liederista diffuso da partito che ormai appare come un fallimento inarrestabile. Forza Italia sta vivendo il periodo più difficile della sua vita, un segnale verso la fine della corsa. È mancato il necessario forte segnale di svecchiamento e per la prima volta nella sua storia Berlusconi sarà costretto a stare zitto e non poter cantar ritirata.

La rimonta del Pd traccia una nuova linea di demarcazione. Logica che appare come regola del confronto necessario per capire il bene e il male prima di decidere il da farsi, a chi votare. La ripresa sarà lenta, così com’è stato il declino. Il Partito Democratico riesce a invertire la tendenza e frena la flessione che durava da qualche tempo e torna a crescere. Una risalita che comunque è ancora molto lontana dai progetti di Zingarettti di riunire tutte le forze e rapportando il Pd alle variazioni delle altre forze politiche in ascesa del centrodestra per formare una coalizione di contrasto degna della Storia.

Concetto Alota

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *