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Firmopoli, l’architetto Patti conferma in aula le accuse

E’ stata la volta dell’architetto Giuseppe Patti al processo scaturito dalla vicenda meglio nota come firmopoli siracusana, sulle presunte firme false apposte nelle liste per la presentazione delle candidature al consiglio comunale. Patti, che al processo non si è costituito parte civile ma è difesi dell’avvocato Salvo Xibilia, ha confermato il quadro accusatorio ha sostanzialmente affermato di avere presentato denuncia anche a seguito del caso simile delle firme false per la presentazione delle liste, scoppiato poco tempo prima a Palermo. Ha, quindi, ribadito di essere stato candidato alle amministrative del 2013 come consigliere comunale nella lista “Rinnoviamo Siracusa Adesso” a sostegno dell’allora candidato sindaco Giancarlo Garozzo. Pochi giorni prima della scadenza della presentazione delle liste, Garozzo avrebbe disposto l’inserimento di Patti come capolista, invitando i suoi collaboratori a modificare l’elenco e a rifare la raccolta delle firme, dalle quali sarebbe emerso il fenomeno delle firme false.

All’udienza odierna davanti al giudice monocratico Federca Piccione, sono stati esaminati Salvatore Bravato e Barbara Cartia, due testi che hanno collaborato Garozzo nel tenere apertala segreteria di via Gagliano.

C. A.

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