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Garozzo (Pd): “Partito in disarmo, Lo Giudice rassegni le dimissioni”

Prosegue il dibattito a distanza tra i responsabili del Pd all’esito delle elezioni regionali dello scorso 5 novembre e alla gestione del partito in provincia di Siracusa. Alle accuse del segretario provinciale Alessio Lo Giudice, replica oggi il sindaco Giancarlo Garozzo, componente della direzione nazionale del Partito democratico.

“Il Partito democratico, a Siracusa, è passato in cinque anni dall’essere la seconda forza politica in città alla quarta, perdendo cinque punti percentuali tra il 2012 al 2017. Nello stesso competizione elettorale, sempre tra il 2012 e il 2017, il Pd è passato da 7.885 voti pari al 17,15 per cento, a Siracusa, a 5.456 preferenze, il 12.09 per cento. Basta questa spietata analisi per dimostrare che il segretario provinciale del Pd, Alessio Lo Giudice, mente sapendo di mentire quando parla di un Partito democratico che non ha preso voti in meno in città nonostante il disimpegno del sindaco.

Lo Giudice dovrebbe forse pensare ad analizzare con sincerità ed onestà i dati delle elezioni regionali invece di continuare a rilasciare dichiarazioni nelle quali mi cita continuamente, a sproposito. Mi riferisco ad esempio a quando parla del disimpegno del sindaco rispetto alla lista del Partito democratico dimenticando di dire che il sindaco è stato costretto a non votare Partito democratico proprio da gente come Lo Giudice. Nonostante questo, il mio sostegno convinto è andato al candidato alla presidenza della Regione Fabrizio Micari.

Ricordi Lo Giudice che i numeri non possono essere camuffati, il Pd perde 5 punti percentuali in 5 anni. Mi chiedo e vorrei chiedere a Lo Giudice per quale ragione ricopra ancora il ruolo di segretario provinciale quando due terzi del partito gli hanno tolto la fiducia ritirando i propri componenti nell’esecutivo.

A questo punto ritengo che Lo Giudice possa mettere fine a questa dimostrazione da vecchia e superata politica che lo vede ancorato a una poltrona. Abbia un sussulto di dignità e buon senso e presenti le proprie dimissioni facendo per una volta il bene del partito”.

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