Se te lo fossi perso

Gennuso: “Pene alternative per evitare rischio contagio in carcere”

“Rilancio il mio appello affinché ci si convinca della necessità di uno sconto di pena per fare uscire dal carcere chi ha pene inferiori ai 18 mesi, al fine di limitare il sovraffollamento in caso di possibili contagi. Anche Papa Francesco, nella messa di ieri, ha rivolto una preghiera a coloro che soffrono tanto, soffrono per l’incertezza di quello che accadrà dentro le carceri”. Dopo la sommossa alla casa circondariale di Cavadonna e la protesta nel carcere di Augusta, il parlamentare regionale Pippo Gennuso torna sulla problematica relativa al sovraffollamernto delle carceri.

“Mi associo – dice Gennuso – all’appello lanciato dalle camere penali del distretto e da un gruppo di associazioni cattoliche, per chiedere al Governo di mettere in campo con urgenza provvedimenti che consentano di affrontare in maniera adeguata e nei tempi celeri il rischio del diffondersi del contagio da Covid 19 in carcere. Occorre fare uscire le persone fragili e chi abbia un fine pena breve o residuale, ampliando la detenzione domiciliare speciale per liberare spazi all’interno degli istituti di pena, in un momento in cui lo spazio è essenziale per fermare la diffusione dell’epidemia”.

“Sostituzione del regime detentivo con quello degli arresti domiciliari, con il braccialetto elettronico e se ciò ancora non bastasse, come affermano gli esperti (con questo sistema si libererebbero appena 2mila posti nelle carceri italiane) si abbia il coraggio di concedere indulto e amnistia, sempre per reati di lieve entità, senza con questo voler dare l’impressione di obbedire ai delinquenti”.

Gennuso prende a prestito anche la preoccupazione della Polizia Penitenziaria. “Penso agli agenti costretti a lavorare nelle case di reclusione – dice – hanno denunciato la totale mancanza di mascherine del tipo FFP2/FFP3 oltre che di disinfettante che provoca grossi problemi alla gestione dei servizi. E’ a loro che bisogna pensare perché sia la popolazione carceraria sia chi è responsabile della loro custodia non siano considerati cittadini di serie B o, come si è definito in detenuto di Cavadonna, affetto da grave patologia, carne da macello. Occorre, quindi, la fornitura immediata e straordinaria di dpi a tutto il personale penitenziario; l’immediata sanificazione di tutti gli ambienti carcerari, a cominciare dagli spazi comuni di socialità a quelli adibiti a caserme e uffici del personale, alle officine di lavorazioni e ai magazzini”.

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