Giacimento Eni Nigeria, l’inchiesta sul complotto contro Descalzi e Renzi trasferita da Siracusa a Milano
«Non vi sono più indagini in corso da parte della Procura sulla vicenda riguardante il presunto complotto Eni». L’ha detto all’Ansa il procuratore aggiunto di Siracusa, Fabio Scavone. Proprio ieri il Cda dell’Eni ha deliberato l’avvicendamento nel comitato controllo e rischi della consigliera Karina Litvack con altro consigliere alla luce delle indagini in corso su ipotesi di cospirazione ai danni della società.
La Procura di Siracusa – ha sottolineato il procuratore aggiunto Fabio Scavone – ha rimesso gli atti per competenza a un’altra autorità giudiziaria. La Procura quindi non ha più competenza né funzionale né territoriale». Fin qui l’Ansa.
Tutto il materiale dell’indagine della procura siracusana è stato trasmesso ai colleghi milanesi, compreso il faldone fatto recapitare dal personaggio rimasto sconosciuto per motivi di sicurezza ai pm siracusani, con tutta la documnentazione che in primis aprì la strada all’ipotesi del presunto complotto. Insomma, l’intero fascicolo dell’inchiesta contro Descalzi e Renzi, che era finito in un primo tempo sul tavolo della procura di Trani e subito dopo, in parallelo e identico, sul tavolo del procuratore capo della Repubblica di Siracusa Francesco Polo Giordano e affidato al sostituto procuratore, Giancarlo Longo, è stato trasferito da qualche giorno alla procura di Milano, che ha le competenze territoriale, avendo a suo tempo i pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, aperto il fascicolo principe dell’inchiesta sulla concessione del giacimento petrolifero in Nigeria denominato Op245 in favore dell’Eni che ha pagato un miliardo e novanta milioni di dollari a politici di primo livello. E secondo lo schema disegnato dai due pm, 200 milioni di dollari sarebbero stati “retrocessi” al fine di “remunerare amministratori e dirigenti di Eni”. Adesso sarà la procura di Milano ad indagare anche sul filone del presunto complotto contro Descalzi e Renzi, dopo che le due procure di Trani e di Siracusa hanno istruito l’indagine che si presenta ancora carichi di misteri e di tanti risvolti anche di livello internazionali, dove sono invischiati una dozzina di personaggi e i servizi segreti di mezzo mondo. Ma si parlerebbe anche di un maldestro tentativo di doppio depistaggio dell’indagine madre contro l’Eni per il giacimneto in Nigeria, dove già indagano i pm di Milano.
Concetto Alota
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