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Guerra in Ucraina r crisi nell’area industriale di Siracusa, Davide Fazio (UnionPorts): ” Se necessario nazionalizzare Lukoil”

in relazione alla crisi che attraversa l’area industriale ed il porto di Augusta per le conseguenze degli eventi bellici in Ucraina il presidente della associazione imprenditoriale di operatori portuali UnionPorts Davide Fazio ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“ Le dimissioni del numero uno di Lukoil, Vagit Alekperov, ci aveva messo in allarme su ciò che si stava prospettando .

Le sanzioni alla Russia e alla sua economia, che sono diventate veri e propri boicottaggi, stanno provocando un effetto boomerang che metterà in ginocchio la nostra economia . Ed in particolare l’assetto del polo industriale di Siracusa con il porto di Augusta fortemente interconnesso con le strutture industriale e la loro logistica.

Dopo il divieto di sbarco dei prodotti da navi battenti bandiera russa ed il successivo boicottaggio anche al petrolio russo, a prescindere dalle navi e che lo trasportano , le ripercussioni sul polo e sul porto di Augusta sono chiari ed evidenti, ma anche gravissime per le ripercussioni su tutta l’industria. Uno tsunami di cui forse ancora non tutti sono consapevoli.

Per cui invitiamo con forza, anzi esortiamo, il presidente della regione Nello Musumeci , gli assessori competenti e tutta la politica siciliana ad intervenire presso Il Governo nazionale e lo stesso Presidente Draghi.

Riteniamo che si debba, in caso di assoluta necessità, arrivare anche alla nazionalizzazione della raffineria Lukoil di Priolo , poichè sono in campo ed a rischio interessi nazionali e sociali di grandi dimensioni.

Noi operatori portuali ovviamente sosteniamo con forza una rapida conclusione del conflitto attraverso vie diplomatiche e negoziati. E riteniamo che non è accettabile che le sanzioni verso la Russia siano diventate così penalizzanti per questo territorio e l’intero paese. Ricordiamo che il porto di Augusta è assolutamente indispensabile per fare arrivare il carburante a tutto il Paese anche perché l’area industriale di Siracusa fornisce la maggioranza del combustibile ai mezzi di trasporto circolanti in Italia

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