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Il Sindaco denuncia: “Noto rischia di perdere la sede universitaria”

“Noto rischia di perdere la sede universitaria del CUMO”, questo il grido d’allarme che arriva da Palazzo Ducezio, dove in aula consiliare, nell’ultima seduta di Consiglio Comunale, non è passato l’unico punto all’ordine del giorno che avrebbe dovuto modificare lo statuto del Consorzio Universitario Mediterraneo Orientale. E così viene commentato dal primo cittadino “Un irresponsabile gruppo di Consiglieri Comunali, per sola ripicca politica, non approva le modifiche statutarie del CUMO, il Consorzio Universitario che da decenni da prestigio a tutta la zona sud e rappresenta una eccellenza nella erogazione formativa dei nostri giovani, in altre città, dove i Consigli Comunali, fuori dalle beghe politiche, hanno ben individuato la portata innovativa del nuovo strumento statutario, approvandolo, si lavora già per chiedere il trasferimento della sede. Del tutto legittima d’altronde l’aspirazione di altri Comuni ad ospitare la sede universitaria considerati i ritorni economici e d’immagine che tale contesto fornisce”. Si è, dunque, allo scontro aperto con la minoranza rinfoltita dai “fuoriusciti” dalla maggioranza, che motivano il loro “no”. Punto per punto il Sindaco Bonfanti ribalta queste motivazioni, rispedendo al mittente le giustificazioni e ribadendo la leggittimità e necessità di non perdere questa realtà:” Non si può neppure parlare di scorrettezza, considerato che la mancata approvazione delle modifiche statutarie potrebbe essere interpretata come il disinteresse della città a mantenere una sede così prestigiosa. Non valgono a niente le scuse accampate dai Consiglieri contrari, per lo più di minoranza, riguardanti il numero delle figure di nomina pubblica che rappresentano il Consorzio. – e entrando nei particolari spiega- Diminuiti i componenti del Consiglio di Amministrazione da 7 a 5 e in quest’ultimo caso, uno dei consiglieri deve essere nominato dalla Regione Siciliana; diminuito il numero dei revisori dei conti da 5 a 3 di cui uno sempre nominato dalla Regione Siciliana; sdoppiata, ma sempre all’interno dei componenti del CdA,  la figura dell’Amministratore Delegato, in Direttore Scientifico e Amministratore Delegato; richiesti, prima inesistenti, criteri di selezione che prevedono per tutte le figure, il possesso della laurea quinquennale, vecchio ordinamento o magistrale. Invariata la facoltà dell’Assemblea di decidere gli emolumenti dei soggetti coinvolti nei vari ruoli, nel rispetto della cosiddetta spending review. Solo scuse strumentali che stanno seriamente mettendo a repentaglio la permanenza della sede universitaria nella città di Noto. – e conclude- Io penso che i Consiglieri comunali, hanno sottovalutato l’importanza di questo atto, fondamentale per riscrivere le regole del nostro prestigioso Consorzio Universitario. Non c’e nessun aggravio di spese e comunque sarà l’assemblea del Cumo a decidere; non si possono fare processi all’intenzione. Sono convinto che il forte desiderio, covato di questi anni, di fare un piccolo torto a questa maggioranza, ha causato un rimediabile autogol. Non penso che si possa essere così spietati dadanneggiare una intera città; non sarò io a fermarli; saranno gli stessi cittadini di Noto, le associazioni culturali, il mondo della scuola e quanti si prodigano quotidianamente per Il bene di Noto a chiederne conto e ragione di questi irrazionali e irresponsabili comportamenti.”

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