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Inchiesta “Archia” e “Fiera del Sud”: domani Rita Frontino e gli altri indagati affrontano il Tribunale del Riesame

La notizia sul caso giudiziario della Fiera del Sud e dei provvedimenti nei giorni scorsi contro le sorelle Frontino e di alcuni collaboratori ha destato in città tanta sorpresa. Negli ambienti giudiziari e giornalistici non è stato invece un fulmine a ciel sereno; c’era già nell’aria qualcosa di sinistro dopo anni di peripezie nella realizzazione del centro commerciale Open Land nella sede della vecchia Fiera del Sud a Epipoli nella periferia di  Siracusa. Emergono dalle indagini tanti fatti collegati alla maxi-inchiesta della Procura di Messina e di Roma “Sistema Siracusa” sfociata con 11 rinvii a giudizio, patteggiamenti, riti abbreviati e alcuni stralci con diversi indagati.

Sulla vicenda giudiziaria che ha colpito la famiglia Frontino, si terrà domani 7 agosto l’udienza del Tribunale del Riesame per decidere sul ricorso presentato da Concetta Rita Frontino e dagli altri 3 arrestati; la Frontino per la cronaca è detenuta nella Casa Circondariale di Piazza Lanza di Catania, a seguito dell’ordinanza di custodia in carcere emessa a suo carico dal Giudice delle indagini preliminari del tribunale di Siracusa, Anna Pappalardo, che ha accolto la richiesta dei Pm della Procura di Siracusa Davide Lucignani e Salvatore Grillo, con la grave accusa di bancarotta fraudolenta e altri reati fiscali e finanziari.

Il legale di fiducia della Frontino, avvocato Mario Fiaccavento, si è rivolto al Tribunale del Riesame per ottenere la revoca della misura in carcere, o con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari.

La revoca degli arresti domiciliari è stata richiesta anche dagli altri tre indagati arrestati dai militari della Guardia di Finanza di Palermo e Siracusa. Raggiunti anche dalla misura cautelare degli arresti domiciliari l’imprenditrice Rosa Gibilisco, gli ex amministratori di una società edile che avrebbe dovuto costruire il centro commerciale della Fiera del Sud, Davide Venezia e Alfredo Sapienza. Questi ultimi due sono difesi dall’avvocato Tancredi Antonuccio, il primo, e dall’avvocato Antonio Meduri, il secondo. La signora Rosa Gibilisco, che mesi fa, prima che scoppiasse lo scandalo della corruzione dell’ex pubblico ministero Giancarlo Longo, era difesa dagli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, ha nominato come suo legale un avvocato del Foro di Catania.

Nella vicenda giudiziaria si parla di più bancarotte fraudolente per un danno di oltre 570 mila euro e di svariati reati finanziari e di evasione fiscale. Tutto prende il via dalle due operazioni congiunte denominate “Archia” e “Fiera del Sud” di pochi giorni or sono e portata a termine dalla Guardia di Finanza di Palermo e Siracusa delegata della Procura della Repubblica di Siracusa nei confronti del Gruppo Frontino. Questo, in esecuzione di due distinti provvedimenti disposti dal Gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, la Guardia di Finanza di Palermo e Siracusa che hanno portato a compimento le operazioni di Polizia Economico Finanziaria aventi ad oggetto gli interessi imprenditoriali del Gruppo Frontino gravitanti intorno al centro Commerciale “Fiera del Sud” e denominate operazioni: “Archia” e “Fiera del Sud”.

Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno eseguito, giorni or sono, un decreto di misure cautelari emesso dal Gip del Tribunale di Siracusa, nei confronti di Davide Venezia, Alfredo Sapienza e Rosa Gibilisco, indagati per bancarotta fraudolenta e frode fiscale nella costruzione del centro commerciale “Fiera del Sud” di Siracusa. Una quarta misura cautelare è in corso di esecuzione.
L’attività denominata “Archia” iniziata nel 2016, ha tratto origine da una delega rilasciata alla Guardia di Finanza palermitana dalla Procura della Repubblica di Siracusa tesa a disegnare le vicende economico-finanziarie di numerose imprese avvicendatisi nella costruzione del centro commerciale “Fiera del Sud” di Siracusa a seguito della quale i finanzieri del I Gruppo Tutela Entrate hanno svolto complesse indagini con l’esame di migliaia di documenti cartacei e digitali, l’audizione di testimoni e l’esecuzione di indagini finanziarie, che hanno disvelato vorticosi passaggi di denaro tra persone fisiche e giuridiche.
Riguardo alla bancarotta, è stato appurato che gli amministratori di diritto succedutesi nel tempo e quello, di fatto, della Codaf Srl distraevano somme per oltre 250.000 euro eseguendo pagamenti non giustificati in favore di alcune imprese ed esponevano nel bilancio fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, celando maggiori perdite per quasi 3,5 milioni di euro. Peraltro, celavano le scritture contabili della citata società, in modo da rendere impossibile la completa ricostruzione del patrimonio e degli affari. In aggiunta, aggravavano il dissesto della Attività Edilizie S.r.l. astenendosi dal richiedere il fallimento quando già era emersa una situazione di dissesto irreversibile.
Con riguardo ai reati fiscali, è stato appurato che la Rdg Srl ha evaso le imposte per circa 250.000 euro e che alcune persone coinvolte dalle indagini avevano compiuto atti fraudolenti sui beni della Emmea S.r.l. al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, rendendo inefficace la procedura di riscossione coattiva, non versavano l’iva per oltre 500.000 euro e conferivano simulatamente nel trust “Quantias Superuisorem”, avente trustee un trust di diritto elvetico a sua volta partecipato da una fiduciaria sempre elvetica, le quote del capitale sociale di alcune società che a loro volta, a cascata, detengono i capitali sociali di svariate imprese tutte riconducibili alla medesima famiglia.
A seguito di ciò, in un primo momento, sono stati eseguiti sequestri di disponibilità liquide, beni immobili e quote societarie, tra le quali il capitale sociale, pari a 2.000.000 di euro, della società proprietaria del menzionato centro commerciale il cui valore è stato stimato in circa 29 milioni di euro. I vincoli cautelari venivano successivamente confermati in toto dal Tribunale del Riesame di Siracusa a seguito dei ricorsi presentati.
A conclusione delle attività odierne, i finanzieri del Nucleo P.E.F. di Palermo, coadiuvati da quelli della Compagnia di Augusta, sul totale di sette persone indagate, hanno eseguito quattro arresti, nonché sequestrato le quote di uno sham trust di diritto italiano avente trustee un trust di diritto elvetico a sua volta partecipato da una fiduciaria sempre elvetica, quote societarie e disponibilità finanziarie a fronte dell’emissione del provvedimento di sequestro per oltre mezzo milione di euro emesso dal Gip di Siracusa.
L’operazione “Fiera del Sud”, descritta da inquirenti e investigatori, riguarda le vicende relative alla costruzione ed apertura del Centro commerciale “Fiera del Sud”, originariamente di proprietà della società Open Land S.r.l., successivamente per cessione di ramo d’azienda della Emmea Srl ed infine di altra azienda riconducibile alla famiglia “Frontino”.
All’esito delle investigazioni svolte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Siracusa, risultano indagate, in concorso tra loro, per il reato di truffa 10 persone fisiche individuate quali amministratori di fatto e di diritto ovvero procuratori di società facenti parte del “Gruppo
Frontino”, nonché il contabile delle stesse società. Concetta Frontino, Daniela Frontino, Maria Cimino, Rosa Gibilisco, Alfredo Sapienza, Davide Venezia, Aidara Oumar, Adama Zombo, Graziano Del Greco e Salvatore Noto.
Agli indagati si contesta una serie di condotte fraudolente, qualificate come “truffe contrattuali”, finalizzate a consentire al Gruppo imprenditoriale “Frontino” di edificare il Centro Commerciale “Fiera del Sud” eludendo fraudolentemente i debiti contratti nei confronti dei subappaltatori che avevano realizzato le diverse opere infrastrutturali.
Questi ultimi, creditori di notevoli cifre di denaro corrisposte solo in minima parte dalla società appaltatrice, sarebbero stati indotti a proseguire e ultimare i lavori in subappalto, confidando sulle rassicurazioni e nelle artificiose rappresentazioni fornite loro dagli amministratori di fatto e di diritto del gruppo imprenditoriale Frontino.
Le evidenze d’indagine hanno consentito di delineare uno scenario delittuoso il cui risultato finale perseguito dalle società del gruppo Frontino era quello di pervenire alla costruzione e all’apertura del centro commerciale sostenendo costi minimi, non onorando sostanzialmente i debiti verso terzi, e neutralizzando preventivamente la possibile azione giudiziaria dei terzi mediante l’intervento, quali cessionari dei contratti, di scatole societarie incapienti, in modo da frustrare ogni effettiva possibilità di recupero del credito vantato nei confronti delle società del gruppo Frontino.
Pertanto, il complesso edilizio dove insiste il centro commerciale “Fiera del Sud” si qualifica come “prodotto” delle molteplici condotte integranti ipotesi di “truffa contrattuale” perpetrate in danno dei subappaltatori che hanno proceduto alle opere, considerando pertanto il manufatto realizzato, quanto meno nella sua maggior parte, il “prodotto” di tali condotte. L’immobile sequestrato è stato affidato in giudiziale custodia a un Amministratore giudiziario appositamente nominato dalla locale procura della Repubblica.

Concetto Alota

 

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