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Inquinamento, Procura di Siracusa: operazione congiunta carabinieri e guardia di finanza “No Fly”

Ancora un terremoto giudiziario nella zona industriale di Siracusa. Tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Siracusa il presidente e i componenti in carica nel periodo incriminato, 2014/2016, del Cda dell’Ias di Priolo, i rappresentanti legali di Versali, Sasol e il procuratore speciale della società “Priolo Servizi”.  – In merito, qualcuno nei giorni scorsi aveva indicato erroneamente che tra i possibili indagati, nell’ambito dell’indagine che riguarda l’Ias di Priolo, ci sarebbe stato anche il responsabile amministrativo della Società che gestisce il depuratore consortile di Priolo, dottor Leonardo Mirandola, il quale risentito per la grave insinuazione dell’accusa ha chiesto la smentita a norma di legge, non essendo mai stato coinvolto e nemmeno sfiorato dalle indagini.   

Si è conclusa così la prima ondata del troncone che riguarda i depuratori della maxi inchiesta sull’inquinamento nel polo petrolchimico siracusano. Inchiesta da queste colonne ampiamente anticipato. Nella mattinata odierna, ad esito delle indagini coordinate dal Procuratore della Repubblica, dott. Fabio SCAVONE e dirette dai Sostituti Procuratori dott. Tommaso PAGANO, dott. Salvatore GRILLO e dott. Davide LUCIGNANI, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Siracusa e i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa, unitamente a personale del N.O.E. di Catania e del N.I.C.T.A.S. dell’ASP di Siracusa, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP presso il Tribunale di Siracusa, di quattro insediamenti ubicati nel Polo Petrolchimico di questa provincia, ricompreso fra i comuni di Siracusa, Augusta, Melilli e Priolo Gargallo. Inchiesta che il procuratore Scavone ha riaperto e portata a termine nella massima discrezione, ma deciso a chiudere il cerchio all’inquinamento selvaggio delle industrie, compreso i depuratori che sono l’ultimo stadio in cui avviene la depurazione dei reflui velenosi provenienti dal Petrolchimico. Rimane aperto il filone delle discarica e dello smaltimento dei fanghi.

Le attività investigative coordinate dalla Procura di Siracusa, scaturiscono da una serie di esposti e denunce pervenuti, nel tempo, all’ufficio di Procura, alle Forze di Polizia e ad altri organi, a seguito dei quali, un collegio di consulenti tecnici nominati dalla Procura ha accertato la natura inquinante e molesta, sotto il profilo odorigeno, delle immissioni aeree degli stabilimenti di VERSALIS s.p.a. di Priolo e SASOL s.p.a. di Augusta, e dei depuratori TAS di PRIOLO SERVIZI s.c.p.a. di Melilli e IAS s.p.a. di Priolo Gargallo che, pertanto, sono stati sottoposti al sequestro.

I dati di analisi raccolti dai consulenti tecnici hanno, nella sostanza, rilevato: concentrazioni stabilmente elevate delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di San Cusumano, Ciapi e Priolo centro; ripetuti eventi di picchi elevati di concentrazioni delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di Melilli, Siracusa e Augusta; mancata utilizzazione delle “migliori tecniche disponibili” da parte dei responsabili degli stabilimenti.

In sintesi, gli stessi consulenti tecnici hanno altresì evidenziato di avere raccolto elementi che “inducono a ritenere che la qualità dell’aria nel territorio interessato si sia fortemente degradata”…… rilevando come “nei comuni di Priolo Gargallo, Augusta e in parte Melilli si registra una qualità dell’aria nettamente inferiore a quella degli altri Comuni della provincia, avuto riguardo ai vari inquinanti presi in considerazione”.

Il provvedimento, di carattere preventivo, prevede il mantenimento della facoltà d’uso degli impianti e, quindi, la continuità di esercizio delle unità in sequestro, previa disponibilità dei gestori a produrre, entro 90 giorni, un programma attuativo per ricondurre nei limiti le emissioni in atmosfera nonché il versamento di una garanzia fideiussoria pari al costo delle opere di adeguamento che dovranno essere completate entro i prossimi 12 mesi.

Le notifiche, con contestuale informazione di garanzia, saranno eseguite nei confronti delle suddette persone giuridiche, nonché di 19 persone fisiche che hanno rivestito incarichi di responsabilità nelle realtà interessate, nell’arco temporale ricompreso fra gennaio 2014 e giugno 2016, periodo nel quale sono stati rilevati valori di immissioni nell’aria poi esaminati dai consulenti tecnici nominati dalla Procura.

Uno stralcio dell’inchiesta principale coinvolge quasi tutti i vertici delle industrie con tanti indagati

Finalmente una buona notizia per i residenti nei comuni industriali che sono ormai disperati perché colpiti dalla puzza e dei miasmi giorno e notte a turno regolare avvicendato, in base a come spirano i venti. Un altro troncone d’inchiesta della Procura di Siracusa sull’inquinamento nel petrolchimico siracusano in cui sono indagati quasi tutti i vertici delle industrie che insistono nella zona industriale, così come dei depuratori dei dintorni, si conclude, ma non è finita. La ripresa delle indagini dopo la pausa estiva lasciava sperare i necessari chiarimenti sulla grave situazione che ormai è diventata improcrastinabile. La puzza e i miasmi si sono addirittura triplicati e la situazione appare fuori controllo, con l’angoscia della popolazione.

Quella di oggi è un’indagine stralciata da quella generale iniziata nel 2014/2015/2016 e che portò nel 2017 al sequestro preventivo degli impianti delle due raffinerie Esso e Isab che insistono nel petrolchimico siracusano. Come già pubblicato da queste colonne, i legali difensori di Esso Italia e Isab-Lukoil hanno depositato nel tempo utile stabilito per il 24 ottobre scorso le dichiarazioni di osservanza degli aggiornamenti degli impianti, così come prescritto dal Gip del tribunale di Siracusa Michele Consiglio a suo tempo, su richiesta della Procura aretusea.

Concetto Alota

 

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