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La Prima Commissione del Csm ha proposto al Plenum di trasferire il procuratore Giordano, ma non è scontato…

Dopo il Caso Siracusa e l’arresto dell’ex pm Giancarlo Longo – accusato di aver pilotato fascicoli d’indagine per favorire clienti di peso di due avvocati, in cambio di soldi e viaggi di lusso – un altro scossone rischia di investire la Procura di Siracusa. La Prima Commissione del Csm ha chiesto al Plenum di trasferire d’ufficio per incompatibilità ambientale il procuratore capo della Procura di Siracusa, Francesco Paolo Giordano. Le motivazioni non sono state ancora scritte e quindi non si conoscono i particolari e le motivazioni adottate dalla Prima Commissione. Ma da quanto si è appreso la Commissione porrebbe alla base della sua richiesta la situazione di conflittualità e il rapporto di fiducia che si sarebbe incrinato tra il procuratore e gli otto sostituti firmatari due anni fa di un esposto alla Procura di Messina; esposto che si trova tra gli atti da cui è scaturita l’inchiesta che il 6 febbraio ha portato all’arresto di Longo e di altre 14 persone. In buona sostanze, allo stato attuale si tratta ancora di una mera proposta che il Plenum potrebbe approvare, come pure respingere, in base ai numeri nel gioco della democrazia, tra maggioranza e opposizione, in considerazione del fatto che Giordano durante la sua audizione ha detto, tra le tante altre cose e sintetizzando: “Ho attivato tutti gli strumenti che erano in mio possesso”.

E non solo. La delibera della Prima Commissione, arriva all’esito di un’istruttoria nell’ambito della quale è stato ascoltato il procuratore Giordano. Che, anche con due memorie, ha rivendicato la correttezza del proprio operato. «Ho sempre collaborato con l’autorità giudiziaria di Messina alla quale ho trasmesso tutte le segnalazioni e gli atti richiesti come pure ho fatto segnalazioni ai titolari dell’azione disciplinare», aveva detto Giordano, dopo l’arresto di Longo. “Escludo che alla base di questa proposta di trasferimento vi sia una presunta inerzia o accondiscendenza del procuratore Giordano rispetto ai magistrati del suo ufficio coinvolti in gravi vicende giudiziarie – sottolinea ora il procuratore di La Spezia Antonio Patrono, che difende Giordano davanti al Csm – perché è stato proprio lui a denunciare tali vicende, come dovrebbe risultare in base a stralci comparsi sui giornali, anche dalla recente misura cautelare emessa dall’autorità giudiziaria di Messina, di cui è già stata chiesta l’acquisizione agli atti della procedura. Aspettiamo quindi di leggere le motivazioni di questa proposta per comprenderne le ragioni». La decisione finale sarà presa dal plenum del Csm. E difficilmente arriverà prima di un mese. 

Concetto Alota

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