La Corte Costituzionale boccia la legge sulla gestione dell’Acqua in Sicilia: tutto da rifare
È l’ennesimo fallimento dell’Assemblea regionale siciliana. È stata bocciata dalla Corte costituzionale la legge sull’acqua approvata dalla Regione siciliana due anni. Le intenzioni di governo e la maggioranza erano indirizzate verso una nuova normativa che doveva portare alla gestione pubblica dell’acqua e dell’intero settore affidato in alcune province ai privati con conseguente incremento delle tariffe a carico dei siciliani. La parte della legge votata dall’Ars che prevedeva il taglio delle tariffe, fissato con decreto del presidente della Regione, è stata dichiarata dalla Corte incostituzionale in maniera definitiva. Così come per la parte che riduceva gli anni dei contratti affidati ai privati e che rimodulava l’apparato della gestione dell’acqua in Sicilia.
Nelle more, il risvolto giuridico di tale siffatta situazione assume aspetti importanti per tutti casi, come Siracusa, in cui i sindaci e i consigli comunali hanno deliberato in stato di necessità in un “momento-bilico” affidando il servizio idrico ad aziende private in presenza di uno stato di somma urgenza e necessità oggettiva per un servizio d’interesse generale e dettato dall’obbligatorietà diretta alla salvaguardia della Salute Pubblica.
Concetto Alota