“Lo Stato non fa abbastanza per garantire agli alunni con disabilità il diritto all’istruzione, soprattutto nel Mezzogiorno. La pandemia poi ha aggravato la situazione”. Lo dice Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia, commentando i dati del report elaborato dall’Istat “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – Anno scolastico 2018-2019”.
“Tutto questo è inaccettabile – aggiunge – per
un Paese che si definisce civile e avanzato. Il sistema scolastico italiano, in
particolar modo nel Meridione, è inadeguato alle esigenze degli studenti con
disabilità dal punto di vista della dotazione organica, tecnologica e
dell’infrastruttura”. “Servono più
docenti – spiega Rizza – ore di sostegno e assistenti all’autonomia. Anche se a
livello nazionale il rapporto alunni/insegnanti è di 1,6, ovvero inferiore
quello previsto dalla legge (pari a 2), non c’è dubbio che sarebbe necessario
avere un insegnante per ogni alunno anche per garantire la continuità della
relazione educativa. Questo dato, inoltre, va letto in relazione alle ore di
sostegno riconosciute, che nella maggioranza dei casi non sono pari alle ore
che lo studente con disabilità trascorre a scuola. Proprio per questo motivo
nelle regioni del Sud il 10,2% delle famiglie fa ricorso al Tar, spesso con
esito positivo”.
“Oltre ai docenti di sostegno – continua – mancano
gli assistenti all’autonomia che svolgono un compito fondamentale. Se la media
nazionale è di 1 assistente ogni 5 alunni, nel Mezzogiorno questa si alza a 1
assistente ogni 6 alunni. Anche in questo caso la scuola di un Paese civile
dovrebbe avere un assistente per ogni alunno”.
“La pandemia – prosegue Rizza – ha evidenziato la
carenza di ausili tecnologici per la didattica, come apparecchiature
multimediali e software specifici per l’apprendimento. Ne avrebbero bisogno il
25% degli studenti del Nord del Paese e il 37% del Mezzogiorno. Come se non
bastasse quelli forniti dalle scuole non sono idonei rispettivamente nel 10% e
nel 13% dei casi”.
“Nel frattempo – conclude – visto che molti istituti sono chiusi, sarebbe il caso di intervenire a livello infrastrutturale per adeguare i plessi. Ad oggi, infatti, in tutta Italia il 38% delle scuole è a norma, mentre nel Mezzogiorno il 29,4%. Qui, infine, solo il 2,1% dispone degli ausili senso-percettivi destinati a favorire l’orientamento”.