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La Sanità Siracusana abbandonata al destino dei vinti. Perché i bravi medici scappano?

La Sanità Siracusana abbandonata al destino dei vinti. Perché i bravi medici scappano?  

Lascia l’amaro in bocca e la decisa convinzione che il sistema in atto non funziona; secondo diversi primari, i reparti sono in uno stato non del tutto consono. Mancano attrezzature e personale. I posti letto sono risicati e non si riesce a tenere a bada in numero crescente di ammalati da assistere e nemmeno si può protestare, pena la messa in “quarantena”. Tanti specialisti, primari compresi, hanno preferito abbandonare l’incarico stanchi di una situazione definita fuori controllo. Si deve necessariamente rivedere il rapporto tra la Sanità e la politica. Intanto, si registra un copioso fallimento.  Manca il rispetto per il Prossimo.

E la domanda rimane: preferite essere operati da un bravo chirurgo che ha una specializzazione all’avanguardia o dal medico raccomandato dalla cerchia del leader politico di turno? Occorre una revisione delle modalità di selezione dei direttori generali delle aziende sanitarie e dei primari, al riparo delle procedure di nomina dall’ingerenza politica.

La politica, incompetente di sanità, decide dove costruire il nuovo ospedale, tra luci e ombre, grida e sussurra, gestisce la decisione sull’apertura di un pronto soccorso, la creazione di un reparto, la chiusura o fusione di dipartimenti ospedalieri, la preposizione di dirigenti apicali, come i primari, che sono decisioni che passano per gli assessorati, se non anche per i governatori; facendo questo, quando la congruenza non si registra, dovrebbe avere il coraggio di sostituire, licenziare e riavviare in fretta un nuovo ciclo di gestione rivista, magari in loco, dove si conosco i bravi e gli asini, i buoni e i cattivi.

Rimane la piaga corruzione in generale nella Sanità. La nuova direttiva tanto reclamata potrebbe non essere risolutiva per arginare e debellare la piaga della corruzione nel mondo della sanità riguardante soprattutto i grandi appalti e invece potrebbe essere ancor più penalizzante per gli operatori sanitari, che sarebbero ulteriormente gravati da moduli burocratici aggiuntivi che verrebbero conservati nei magazzini degli atti dimenticati.

Le prime vittime della corruzione sono, insieme ai pazienti ed alla cittadinanza, gli operatori sanitari onesti che subiscono in questi casi un danno legato in primis alle ingerenze fuori legge, con evidenti ripercussioni anche pratiche sulla condotta clinica quando vi è il crimine e secondariamente sulla reputazione della categoria e della struttura di appartenenza. Scandali che sono venuti alla luce ci hanno sempre proferito che il sistema sanitario non era molto efficiente, soprattutto nei rapporti tra le Aziende ospedaliere e i “portatori di interessi”.

L’attribuzione di questo stato di cose, arriva da lontano. Si registra l’assenza di una cornice nazionale, di una regia attiva anche dell’attuale sistema della Sanità Siciliana che batte un ritmo impressionante un caso ogni 4 giorni, una vittima ogni 9 giorni, mentre si regalano fiumi di denaro pubblico ai privati e si mantiene liste di attesa da terzo mondo, ed in questo contesto resta soprattutto inaccettabile che le Aziende Ospedaliere non eroghino prestazioni agli esterni se non con tempi lunghissimi di attesa, mentre in intramoenia l’attesa è quasi pari a zero. L’altro buco nero della Sanità Siciliana è il mancato investimento sul Personale Infermieristico e Sanitario mentre i morti continuano nell’algoritmo prodotto da una serie di incongruenze e nepotismo sfrenato.           

Concetto Alota  

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